I giudici, infatti, hanno riconosciuto anche a un uomo il diritto ad avere i permessi per l'allattamento dei propri figli. Alla consigliera si era rivolto un poliziotto al quale erano stati negati direttamente dal ministero dell'Interno i permessi per l'allattamento dei suoi due gemellini, nonostante ne avesse chiesti solo per uno.

Il ministero è stato condannato e, visto che i due bambini adesso hanno due anni e i permessi non possono più essere chiesti, dovrà pagare lo stipendio di ogni singolo giorno di cui non ha potuto usufruire. "Il ruolo della consigliera di parità - spiega Dessalvi - è tutelare le lavoratrici e i lavoratori dalle discriminazioni subite in ragione del sesso e ora la promozione delle pari opportunità tra uomini e donne nel lavoro viene rilanciato da questa sentenza che crea un precedente molto importante".

Nel provvedimento del Tar Sardegna, sottolinea la consigliera, si parla di questione controversa, si ricordano diversi orientamenti giurisprudenziali a favore e contro, per poi scegliere quello favorevole alle richieste del poliziotto perché "più rispettoso del principio della paritetica partecipazione di entrambi i coniugi alla cura e all'educazione dei figli".

Il poliziotto, infatti, aveva chiesto i permessi per assistere la moglie. "Nella fattispecie - ha detto Dessalvi - la sentenza è importante anche perché riafferma la pari dignità del lavoro casalingo rispetto a ogni altro lavoro. Il diritto del padre non è infatti stato applicato perché la madre dei bambini è casalinga, laddove dei riposi giornalieri può usufruire anche il padre a determinate condizioni, una di queste è che la madre non sia lavoratrice dipendente. In questo caso di parto plurimo, tra l'altro, i riposi sono raddoppiati, ma il padre, con grande senso di responsabilità, li ha chiesti per uno solo dei suoi figli".
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