Cartelli con la scritta vendesi che rimangono affissi anche per mesi sui portoni dei palazzi. Ma anche le statistiche lo confermano: le compravendite degli immobili continuano a calare. La discesa è iniziata nel 2006 e anche i primi sei mesi del 2013 non fanno eccezione. La provincia di Cagliari perde il 18%, in linea con Nuoro (-19%) e Oristano (-18%). Rallentamento della caduta invece a Sassari col -8%. Sono i dati dell'analisi di Mercato immobiliare a cura dell'ufficio studi della Confcommercio illustrati questa mattina dal presidente della Confcommercio Sardegna, Agostino Cicalò, e dal presidente della Federazione mediatori agenti d'affari (Fimaa), Marco Mainas. La crisi, però, che può essere anche una buona opportunità di investimento, lo ha sottolineato proprio il presidente di Confcommercio Cicalò: "La curva è scesa davvero in basso - ha sottolineato - questo sembra il momento migliore per gli acquisti: ci aspettiamo tutti una inevitabile ripresa". Qualche segnale c'è già, sottolinea Mainas: "Rispetto al resto d'Italia - ha spiegato - soffriamo ancora perché in Sardegna gli effetti della crisi sono iniziati in ritardo. Ma già riscontriamo qualche progresso in prospettiva". Il 2013, confermano gli esperti di mercato, però è andato malissimo con un riallineamento verso il basso delle valutazioni degli immobili legato alla difficoltà, o almeno ai tempi lunghi, delle compravendite. Si registra anche una progressiva diminuzione delle erogazioni dei mutui ipotecari. Poi si aggiungono l'incertezza per gli sviluppi della situazione economica generale e dei costi fiscali dell'immobile. Il mercato ha raggiunto in Sardegna, secondo Confcommercio e Fimaa, i valori più bassi dall'inizio del decennio. Un esempio su tutti in provincia di Cagliari: nel 2006 si registravamo 8.580 transazioni di immobili residenziali. Il quadro, sei anni dopo, è cambiato: nel 2012 le compravendite sono state 4.782 con un calo del 44%. Ma a Sassari è andata anche peggio: nello stesso periodo -4.522 transazioni con un decremento del 52%.
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