Utilizzato come corriere per pagare le future forniture di stupefacenti per conto del suo assistito, Gigino Milia, di Fluminimaggiore. Non solo: avrebbe riferito ad altri indagati (in particolare a Gigino Milia) i suoi colloqui in carcere con il cliente. E ancora: avrebbe trovato nuovi corrieri per il trasporto della droga e avvisato i complici calabresi del ritrovamento delle microspie nell’auto di Milia. Queste le pesantissime accuse a carico di Corrado Altea, l’avvocato cagliaritano, finito in carcere nella maxi operazione che ha portato all’arresto anche di Graziano Mesina. Per il giudice, il legale “si recò diverse volte in carcere non per discutere della difesa di Mascia ma per ricevere da lui le indicazioni precise sul luogo nel quale il detenuto aveva nascosto la droga, informazioni da trasmettere a Milia”.

In una intercettazione Milia, dopo essere stato a Guasila (novembre 2009) per cercare una partita di droga, non trovandola chiese all’avvocato Altea indicazioni più precise: “Fatti dire a che pagina è almeno un po’ di preciso perché...”. “Mi faccio dire il punto esatto in cui si parla della questione, va bene dai”. I carabinieri fermarono Milia per un controllo. Negativo perché, come poi raccontò al legale, “non l’ho trovato quello, i documenti”. Nelle successive intercettazioni si parla di ricerche in auto difficilmente riferibili a fascicoli o documenti.
© Riproduzione riservata