Sedici anni di carcere. Questa la condanna comminata dalla Procura di Roma nei confronti di Luigi Preiti, il pregiudicato calabrese che il 28 aprile scorso, giorno di insediamento del governo Letta, aprì il fuoco davanti a Palazzo Chigi ferendo due carabinieri, uno in maniera grave. Il processo si è svolto con rito abbreviato. Il pubblico ministero Antonella Nespola aveva chiesto 18 anni. A fare le spese del raptus di Preiti, giudicato capace di intendere e di volere e già rinchiuso nel carcere di Rebibbia con l'accusa di tentato omicidio plurimo e detenzione abusiva di pistola, furono due uomini dell'Arma. Il più grave, Giuseppe Giangrande, dopo aver lottato a lungo tra la vita e la morte, è rimasto tetraplegico. Conseguenze più lievi, invece, per il suo collega Francesco Negri. A bloccare e disarmare l'aggressore, evitando una strage, fu Marco Delio Murrighile, carabiniere orginario di Budoni (Nuoro).

LE SCUSE - "Chiedo scusa ai carabinieri feriti, ai loro familiari, alla mia famiglia. Se potessi ancora oggi mi sostituirei al carabiniere Giangrande e mi farei carico della sua sofferenza" ha detto l'imputato nel corso di dichiarazioni spontanee davanti ai giudici. "Siamo davvero soddisfatti di questa sentenza, sono venuta qui a Roma a sentire con le mie orecchie cosa sarebbe accaduto. Tra poco lo dirò a mio padre, che è a Prato, visto che per il momento non sono riuscita a sentirlo" il commento di Martina Giangrande, figlia del brigadiere dell'Arma rimasto gravemente ferito lo scorso aprile.
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