Sono chiuse le indagini per l'omicidio di Andrea e Roberto Caddori. Per il duplice delitto, sotto accusa, c'è Giuseppe "Peppuccio" Doa, 85 anni.

Il fatto risale al giorno di San Lorenzo di due anni fa.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tutto è partito dalla lite in una palazzina di via Brigata Sassari, scoppiata per questioni legate alla futura eredità di Maria Doa, 93 anni, sorella di Peppuccio Doa.

L'anziana donna aveva scritto due testamenti.

Nel primo il beneficiario dei suoi beni era Giuseppe, nel secondo Franca Ferrai, cognata, sorella del marito defunto Pietro e madre delle due vittime, e Bruna Caddori, la donna che l'assisteva.

Peppuccio Doa era venuto a conoscenza dell'esistenza delle due carte e quel giorno si era recato a casa della sorella, insieme alla moglie Giannina Stochino (68 anni), per recuperare ed eliminare la copia del testamento intestata alla mamma dei Caddori.

Sarebbe quindi scoppiata una lite, al termine della quale, mentre si stava allontanando, Peppuccio Doa si era trovato davanti i i fratelli Caddori. A quel punto, secondo la perizia, avrebbe sparato cinque colpi con la sua semiautomatica Beretta 7,65, regolarmente detenuta sebbene non avesse il porto d'armi.

Due contro Roberto Caddori, entrambi a segno, e tre su Andrea Caddori, due a bersaglio e uno finito sul portoncino d'ingresso. Entrambi sarebbero stati colpiti la seconda volta mentre erano già a terra.

Giuseppe Doa venne arrestato alcune ore dopo il delitto.
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