"La scelta del legislatore statale non può essere censurata sul piano della ragionevolezza per aver indebitamente e sproporzionatamente sacrificato la libera autodeterminazione individuale in vista della tutela degli altri beni costituzionali coinvolti".

Così la Corte Costituzionale, nelle motivazioni della decisione con cui, rigettando il ricorso della Regione Veneto, ha dichiarato l'obbligo dei vaccini legittimo, smonta mesi e mesi di propaganda no vax.

"Negli anni più recenti - si legge nel dispositivo - si è assistito a una flessione preoccupante delle coperture, dovuta anche alla convinzione che le vaccinazioni siano inutili, se non nocive, nonostante le evidenze scientifiche vadano in senso opposto".

Per questo i legislatori sono intervenuti in una situazione in cui "lo strumento della persuasione appariva carente", immettendo l'obbligatorietà di sei vaccinazioni che prima erano solo raccomandate.

E, se da un lato si sacrifica la libera autodeterminazione dell'individuo, lo si fa chiamando in causa "i principi fondamentali in materia di tutela della salute, ai sensi dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione".

Smontata dunque la propaganda di Salvini e Di Maio, secondo la Consulta lo Stato ha fatto quel che doveva fare in un contesto come il nostro.

Gongola Beatrice Lorenzin: "Confermata la ragionevolezza della legge e la necessità dell'intervento: i vaccini sono la prima arma di prevenzione, proteggono i nostri bambini e la nostra comunità".

E ancora: "Una risposta chiara e concreta alle farneticanti affermazioni di schieramenti politici come M5S e Lega, che per racimolare qualche voto in più giocano con la salute degli italiani".

E intanto a Luigi Di Maio, che ha dichiarato di essere per l'obbligo solo dopo lo scoppio di un'epidemia, ha risposto l'ormai noto immunologo pro vax Roberto Burioni: "Sarebbe come mettersi la cintura dopo aver fatto un incidente".

(Unioneonline/L)
© Riproduzione riservata