Tempi di consegna allungati a dismisura, presidi in diversi casi del tutto sbagliati o non adeguati alle necessità di chi dovrà utilizzarli o che, pur apparentemente passati attraverso procedure di sanificazione, presentano strappi, sdruciture, polvere e sporcizia.

Parte da Domusnovas e dal Sulcis (ma riguarda tutta l'isola) la protesta per un servizio di erogazione delle sedie a rotelle che da circa un anno a questa parte sembra far acqua da tutte le parti.

"Mi sono rivolto ai carabinieri", racconta l'iglesiente Rinaldo Marongiu.

"Mia moglie, che soffre di una grave forma di osteoporosi, attende la carrozzina dal 20 novembre. Da un mese provo a contattare la ditta fornitrice ma non riesco mai a parlare con loro".

C'è poi chi come Maria Tiragallo, di Carloforte, ha richiesto il presidio ortopedico per un'anziana zia i primi di agosto ricevendolo solo a fine novembre.

"Il problema - afferma - è che poi, da allora, attendiamo ancora il collaudo e siamo quindi stati costretti ad acquistare un'altra carrozzina a nostre spese".

Sono una ventina i casi simili dei quali dà notizia il solo centro Aias di Domusnovas, dove si specifica che "si intende dare solo comunicazione di un disservizio lamentato da diversi nostri pazienti o persone che a noi si rivolgono in cerca di aiuto".

In una sala della struttura giacciono da tempo sette carrozzine che, date come sanificate (presidi usati riadattati in teoria alle necessità indicate nelle prescrizioni), non hanno passato il collaudo del fisiatra Assl che le aveva prescritte.

Il problema è avvertito da circa un anno, cioè da quando la procedura è cambiata in ottica di contenimento delle spese: sono ora alcune aziende ortopediche del nord Italia a fornire i presidi ortopedici per conto dell'Azienda per la Tutela della Salute.

Articoli non nuovi (tranne in casi eccezionali) ma riadattati, caso per caso, alle varie prescrizioni.

A occuparsi di fornire le sedie a rotelle per la Sardegna è la Home Care Solutions, azienda toscana di Pontedera.

Contro l'azienda e in generale contro la nuova procedura si scaglia l'Associazione Sarda Tecnici Ortopedici (20 gli operatori principali rappresentati oltre ai più piccoli).

"I contratti non vengono rispettati, siamo stati tagliati da fuori dal servizio con una perdita del 45-50 per cento del fatturato", lamenta il referente Gianni Moi.

"Abbiamo depositato un esposto in tutte le procure dell'isola: quello di cui si parla è un servizio che non funziona, il contratto andrebbe revocato".

Di tutt'altro avviso l'Ats Sardegna, che difende una procedura in grado di contenere i costi e che "assicura tempi di consegne, in casi di soggetti in dimissione ospedaliera, entro 2 giorni lavorativi".

Minimizzate anche le possibili criticità: "A fronte di consegne pari a 13mila ausili abbiamo ricevuto lamentele solo in un ridotto numero di casi per altro per un servizio ancora in una fase iniziale".

Anche il fatto che l'azienda di Pontedera risponda con difficoltà alle telefonate degli utenti viene respinto nella nota dell'Ats: "Dalle mail che pervengono agli operatori del servizio protesico risulta che in alcuni casi siano le famiglie interessate a non rispondere quando chiamate a concordare le modalità di consegna degli ausili prescritti".
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