Una vasta operazione congiunta dei carabinieri, della polizia e del Nucleo investigativo del corpo forestale regionale è scattata questa mattina alba, per sgominare un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi clandestine e alterate, oltre che di esplosivo militare.

Quattro le persone arrestate: Nicolò Piras (classe 90, di Arzana), Stefano Marongiu (classe 84, di Cardedu), Vincenzo Beniamino Marongiu (classe 72, di Arzana) e Federico Luigi Laisceddu (di Arzana). Controlli sono in corso anche a Tortolì dove uno degli arrestati è socio di un locale notturno. Tredici le persone denunciate in stato di libertà.

LE INDAGINI - L'indagine, partita nel settembre 2016 e coordinata da procuratore capo della Procura di Lanusei, Biagio Mazzeo, ha portato anche alla scoperta del traffico illecito, che comprendeva oltre alle armi anche stupefacenti, e di reati contro il patrimonio.

Nell'ottobre 2016, dopo una rocambolesco tentativo di fuga sui tetti delle abitazioni vicine, i quattro erano stati arrestati in flagranza di reato perché trovati all'interno di una vecchia abitazione abbandonata del comune di Arzana, intenti alla cura piante di marijuana e infiorescenze in essiccazione (7 chili e mezzo di droga).

Sono seguite poi altre perquisizioni, estese anche alle abitazioni degli arrestati, che hanno permesso il ritrovamento di diverse armi clandestine, con i relativi contrassegni abrasi.

LE ARMI - Le armi procurate, modificate e talvolta vendute dagli associati, sono risultate essere il frutto di furti.

Le intercettazioni degli uomini del commissariato di polizia di Lanusei, del Nipaf-Ispettorato forestale e della compagnia dei carabinieri di Lanusei, hanno evidenziato come il gruppo arzanese fosse inserito in un esteso traffico di armi che ha messo in relazione il comune di Arzana - quale centro nevralgico - e diversi paesi ogliastrini.

Gli accertamenti eseguiti hanno portato alla luce un grosso furto di armi avvenuto nel dicembre del 2014 a Lanusei.

Inoltre, il 25 luglio 2017, un vasto incendio che ha interessato svariati ettari di macchia mediterranea in agro del comune di Arzana ha portato al rinvenimento di numerose armi che il gruppo aveva interrato e nascosto nei tronchi di alcuni alberi.

Alcuni fucili sono stati recuperati da Federico Laisceddu, approfittando di un servizio di volontariato quale operatore della protezione civile, il quale ha provveduto a nasconderli in altri luoghi.

Ma le armi a disposizione e nascoste nel territorio di Arzana erano numerose, tra cui anche un fucile kalashnikov.

L'ESPLOSIVO - Dalle indagini è poi emerso come gli associati fossero pronti a compiere ritorsioni contro vari rappresentanti delle forze di polizia e della magistratura inquirente, che a più riprese hanno preso parte alle attività di investigazione, e comunque contro chiunque ostacolasse la loro attività, anche mediante l’uso di esplosivo militare.

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA - Dalla ricostruzione fatta dagli investigatori, è stata individuata la struttura gerarchica del gruppo, che avrebbe avuto in Beniamino Marongiu e in Nicolò Piras.

Il primo è risultato inoltre ancora in possesso di parte di esplosivo militare, trafugato nel deposito militare di Campomela (Sassari) il 18 aprile1997, per il quale è stato già condannato.

(Unioneonline/m.c.)
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