Sono passati cento giorni dall'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca e, come vuole la tradizione politica americana, è tempo della prima pagella.

Una settimana fa Trump aveva minimizzato lo standard dei tre mesi, definendolo "ridicolo" ("Tanto i media mi ammazzeranno comunque", aveva scritto).

Oggi invece ci ripensa e si dà, come voto, un bel 10.

Non sono molto d'accordo i giornali americani, che hanno scatenato su di lui l'arma del fact-checking: il controllo accurato del rapporto tra fatti e parole.

Secondo il Washington Post, durante un anno e mezzo di campagna elettorale, Trump avrebbe fatto ben 280 promesse. A due settimane dalle elezioni si sarebbe limitato a segnarne 60. A che punto siamo? Cinque mantenute, cinque infrante, diverse in bilico.

LE PROMESSE MANTENUTE - Il Nafta, innanzitutto. O meglio la rinegoziazione del trattato di libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico. Gli Usa non sono usciti dall'accordo, come spesso era stato detto, ma questo sarà ridefinito.

Sono invece fuori dal Tpp, il Trans-Pacific Partnership (Tpp), siglato dal predecessore Barack Obama con 11 Paesi del Pacifico.

Un'altra vittoria di Trump è la sostituzione del giudice della Corte suprema Antonin Scalia, con la ventata conservatrice di Neil Gorsuch.

Avviata, come promesso, anche la riapertura dei lavori dell'oleodetto Dakota Access, con il conseguente pugno duro contro i Sioux che vi si opponevano.

Infine è stata apposta la firma della messa al bando a vita di ufficiali della Casa Bianca "traditori", ossia che fanno attività di lobbying per conto di un altro Stato.

LE PROMESSE INFRANTE - Il fallimento più bruciante per ora è quello sulla riforma sanitaria: uno dei punti chiave della campagna elettorale era la cancellazione di Obamacare e l'avvio di una Trumpcare. Ma il presidente non è riuscito a convincere tutti i membri del Congresso e la riforma è stata ritirata.

Un'altra sconfitta è la questione dell'immigrazione: il famoso "muslim ban", la chiusura delle frontiere a cittadini con visto ma provenienti da sei Stati "pericolosi", è stato dichiarato fuori legge dai giudici.

Ha poi cambiato idea sulla Cina, che non è più definita "manipolatrice" di valuta. Infrante altre due promesse, riguardanti borse di studio al college.

IN BILICO: LA POLITICA ESTERA - I dossier in pieno svolgimento sono quelli sulla politica estera.

A partire dal muro con il Messico, idea non ancora accantonata da Trump anche se non è chiaro da dove arriveranno i fondi.

La lotta all'Isis: la scelta di lanciare una bomba in Afghanistan, che ha ucciso decine di jihadisti, è stata acclamata da molti. Eppure non ne è seguita una vera strategia d'azione contro lo Stato islamico. Soprattutto nella Siria di Bashar al Assad, a cui la Russia conferma l'appoggio.

Infine la Corea del Nord, area geopolitica che resta incandescente: nonostante l'alleanza con Cina e Giappone, ai test nucleari di Pyongyang gli Stati Uniti continuano a rispondere con minacce di conflitto.

La soddisfazione nel feudo conservatore del Kentucky - VIDEO:

© Riproduzione riservata