"Democracy dies in darkness". Ovvero: la democrazia muore nelle tenebre.

Questo il tetro messaggio che da oggi compare sotto la testata del sito del Washington Post, uno dei più autorevoli quotidiani statunitensi.

Una frase-monito con cui il giornale ha deciso di prendere nuovamente posizione contro l'amministrazione guidata da Donald Trump.

Sia per le sue politiche improntate al populismo e ispirate all'estremismo di destra (come i provvedimenti anti-musulmani e il giro di vite indiscriminato contro gli immigrati) sia per le numerose "fake news", le gaffe e le "bugie" diramate dalla Casa Bianca dopo l'elezione del magnate newyorchese.

Di tali "affermazioni prive di fondamento" ("misleading claims") il quotidiano, diretto da Martin Baron (premio Pulitzer per l'inchiesta sui preti pedofili in Usa) e di proprietà di Jeff Bezos (patron di Amazon), ne tiene puntualmente e certosinamente il conto.

E ad oggi ne ha registrate ben 132 in poco più di un mese dall'insediamento ufficiale.

Una vera e propria scelta di campo, insomma.

Una battaglia che la redazione ha voluto mettere in calce sul proprio portale, con una frase metafora dedicata al "buio" in cui rischierebbe di sprofondare la democrazia americana sotto la guida di Trump.
© Riproduzione riservata