Sul registro delle nascite dell'ospedale Brotzu c'è il suo nome, ma non quello della madre, una donna nigeriana di 23 anni arrivata con una delle ultime navi della speranza: ospite di un centro d'accoglienza alle porte di Cagliari, ha deciso di partorire e sparire nel nulla. Forse un modo per assicurare un futuro più facile alla figlia, in una famiglia adottiva. O per dimenticare più velocemente le violenze subite in Africa prima di arrivare in Sardegna dal mare.

«Sappiamo solo che la madre non ha mostrato alcuna empatia per la bambina dopo il parto e ha deciso di non riconoscerla», racconta Giuseppe Chessa, primario del reparto di Ostetricia del Brotzu.

La donna si è presentata al pronto soccorso qualche giorno fa. Incinta, ormai prossima al parto. Nel corso della notte mette al mondo una bimba: le condizioni non sono ottime, probabilmente a causa della gravidanza portata avanti senza troppe cautele, aggravata da un viaggio di migliaia di chilometri attraverso Niger e Libia. Così dopo qualche ora passata al nido dell'ospedale la piccola viene trasferita nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico universitario.
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