Nessun diplomatico Usa sarà espulso dalla Russia.

Parola del Cremlino: dopo l'annuncio del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, che ha proposto a Vladimir Putin la cacciata di 35 diplomatici in risposta all'analoga decisione di Barack Obama, arriva la smentita del presidente russo.

"Non creeremo problemi ai diplomatici statunitensi, non espelleremo nessuno - recita un comunicato del Cremlino - Ci riserviamo il diritto di rispondere agli Usa ma non intendiamo scendere al livello di una diplomazia irresponsabile".

Putin ha anche augurato a Obama "Buon anno", augurandosi che, con l'avvento della nuova amministrazione Trump, le relazioni tra Mosca e Washington "possano migliorare".

Il provvedimento preso dall'amministrazione Obama, accompagnato da nuove sanzioni, scaturisce dal sospetto coinvolgimento dei diplomatici di Mosca nell'attività di hackeraggio e di divulgazione di informazioni riservate allo scopo di influenzare la campagna elettorale delle ultime presidenziali Usa.

Fughe e furti di notizie, che hanno trovato riscontro nelle indagini avviate da Fbi e Cia proprio su ordine di Obama, che avrebbero favorito il trionfo di Donald Trump a scapito di Hillary Clinton.

"UN AGGUATO A TRUMP" - Sulle tensioni è intervenuto anche il presidente eletto Usa: "Nell'interesse del nostro Paese e della sua gente, incontrerò i leader della comunità dell'intelligence la prossima settimana, affinché mi aggiornino sui fatti di questa situazione", ha detto il tycoon repubblicano, che entrerà in carica il prossimo 20 gennaio.

La sua portavoce Kellyanne Conway ha poi ipotizzato senza mezzi termini che dietro alla decisione di Obama ci sia solo la volontà di mettere in difficoltà il suo successore, che con Putin coltiva - e ha annunciato di voler continuare a coltivare - ottimi rapporti.

"Potrebbe essere un agguato al presidente eletto", ha detto la Conway, precisando che sarebbe "un grave errore" se le sanzioni contro i diplomatici di Mosca siano state prese solo e soltanto per "cause poltiche".
© Riproduzione riservata