Abilità, destrezza e concentrazione e insieme ritmo, intuito e prontezza di riflessi: sono le doti principali dei concorrenti di un gioco dalle origini mediterranee antichissime, passatempo preferito dei sardi e da sempre colonna sonora delle feste per tosature, matrimoni e sagre paesane. È ''sa murra'', la morra, tramandata attraverso le generazioni e che dal 1998 è diventata a tutti gli effetti una disciplina sportiva, riconosciuta dal Coni.

Ed è a Urzulei, piccolo centro dell'Ogliastra, in Sardegna, che il gioco della morra ha il suo riconoscimento maggiore grazie all'impegno dell'associazione culturale "Roberto Mulas" che diciannove anni fa ha deciso di lanciare il primo Campionato sardo di Morra, un evento che ogni anno richiama nel paese ogliastrino giocatori di ogni parte dell'isola e centinaia di turisti. Giunto alla 19esima edizione, il campionato si svolgerà il prossimo 10 settembre, a partire dalle 18, nella Piazza Funtana'ecia e attirerà coppie di giocatori da tutta la Sardegna, che proveranno a strappare il titolo ai vincitori delle due precedenti edizioni, i lulesi Alex Garau e Matteo Moreddu.

"MURRAMUNDO" - Ma ad attirare visitatori e turisti sarà anche la 14esima edizione di ''Murramundo - Atopiu de sos murradores de su Mediterraneu", l'incontro fra i migliori giocatori di morra del Mediterraneo.

L'evento, nato a Urzulei nel 2003, è itinerante e quest'anno, dopo le edizioni degli anni scorsi nella Contea di Nizza e in Aragona, torna in Sardegna con la partecipazione di circaventi delegazioni provenienti da Catalogna, Aragona, Corsica, Contea di Nizza, Savoia, Slovenia, Croazia, Tunisia, Friuli, Trentino, Valle d'Aosta, Lucania, Piemonte, Marche, Abruzzo, Sicilia, Lombardia, Liguria, Calabria e Lazio, che si sfideranno nello stesso giorno, a partire dalle 11.

''Questa manifestazione rappresentata l'incontro tra culture e popoli del Mediterraneo all'insegna dell'amicizia e del divertimento'', spiega il presidente dell'associazione per il gioco della morra, Fabrizio Vella, ''siamo riusciti a instaurare profondi rapporti di amicizia e fratellanza con altri popoli e culture e questo è divenuto un valore aggiunto per la manifestazione, qualcosa che la rende ancora più spettacolare e divertente per chi viene a trovarci. Molte delle delegazioni presenti porteranno anche la loro musica e suoneranno in modo estemporaneo nelle vie del paese''.

La giornata sarà anche l'occasione per proseguire l'interessante lavoro di ricerca e documentazione avviato dall'associazione per individuare le peculiarità e le differenze che il gioco assume in ogni popolo. Per questo dal 9 settembre si svolgeranno manifestazioni collaterali focalizzate sulla cultura e le tradizioni legate al gioco. Tra queste è prevista la proiezione a ciclo continuo di cortometraggi e lungometraggi sulla morra con i lavori del catalano Ivo Venuesa, dei sardi Andrea Lotta, Marco Loi, Tiziano Canu e Batore Feurra e altri ancora. Sarà anche allestita la mostra ''Artisania e arte in Orthullè'' (Artigianato e arte a Urzulei) e durante la giornata si alterneranno le performance musicali tradizionali delle diverse delegazioni di murradores, oltre a quelle artistiche del progetto ''Memoria e identidade'', con la realizzazione di pitture murali nel centro del paese dell'artista Angelo Pilloni.

La rilevanza internazionale della manifestazione è stata già attestata dal notevole interesse dimostrato da parte dei media non solo locali: dalla rete televisiva France 3, per la trasmissione ''Mediterraneo'', alla rivista specializzata ''Focus''. Quest'anno, al seguito della delegazione nizzarda, arriverà dalla Francia una troupe per realizzare un documentario.

Le prime tracce storiche del gioco della morra sono state ritrovate dagli archeologi in Egitto. Nella pittura di una tomba di un alto dignitario della XXV dinastia, gli esperti hanno riconosciuto due giocatori che incrociano le dita. Una pratica diffusa anche nell'Antica Grecia e a Roma. I romani la chiamavano micatio, da micare digitis (segnare con le dita). Del gioco, si trovano testimonianze anche negli scrittori medievali e nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni (nel capitolo VII si racconta di "due bravacci, che seduti a un deschetto, giuocavano alla mora, gritando tutti e due ad un fiato").

In Italia ha avuto alterne vicende: considerata pratica d'azzardo dal fascismo, fu messa al bando e inserita nella tabella dei giochi proibiti (art. 110 del Testo Unico per le Leggi in materia di Pubblica Sicurezza). La norma, ancora in vigore, vieta il gioco nei luoghi pubblici. Disposizione, però, quasi mai rispettata, la pratica è tollerata dalle forze dell'ordine: troppo forte la passione della gente per poter essere repressa e oggi esiste in Italia una Federazione del Gioco della Morra.

In Sardegna si gioca prevalentemente in coppia, a differenza di altre realtà dove la contesa avviene tra due soli 'murradores'. Gli sfidanti devono dichiarare un numero non superiore a dieci e stendere simultaneamente il braccio. Guadagna il punto chi indovina la somma dei numeri corrispondente a quella delle dita mostrate dai giocatori. L'incontro si svolge secondo il criterio ''partita, rivincita e bella''. Vince chi arriva per primo a 16, aggiudicandosi due partite su tre, oppure chi tocca per primo quota 21 nella sfida decisiva (sa bella). La bravura dei giocatori sta nella capacità di studiare "la mano" dell'avversario e anticiparne le mosse.
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