Come entra la droga nel carcere di Uta? «In dosi piccolissime, hashish, cocaina e marijuana, consegnate dai parenti che vanno a visitare i detenuti. Difficilissimo trovarle, quasi impossibile arrivare a fermare questo costante flusso. Se non ci fossero loro.. ».

Gianni Solinas, responsabile del distaccamento cinofilo antidroga della Polizia penitenziaria, per i successi professionali del suo gruppo di lavoro deve ringraziare quattro colleghi davvero speciali: Badiane, Jason, Lorenza e Jedro, pastori belga, rottweiler e dobermann in servizio permanente effettivo al loro fianco.

Per esempio Lorenza , «ha sei anni, razza dobermann, è l'ultima arrivata - prosegue Solinas - e al suo primo giorno di lavoro nel carcere di Buoncammino aveva segnalato la presenza di pochissima droga, un decimo di grammo, che una madre stava cercando di passare al figlio: una dose così minima di solito sfugge a tutti, non a lei».
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