«É stata sepolta da sola, dopo aver trascorso 40 giorni in una cella frigorifera con la speranza che qualche parente si facesse vivo per un ultimo saluto. Ma per il Comune di Cabras mia sorella, qui in paese, non aveva parenti e quindi nessuno della mia famiglia è stato avvisato della sua morte nella sua abitazione di Milano».

Efisio Simbula non si da pace, non sopporta l'idea che sua sorella Candida sia stata trattata in quel modo per colpa di un errore.

Secondo l'ufficio anagrafe del Comune, infatti, la signora, un'infermiera di 63 anni residente in Lombardia non aveva nessun parente, mentre i fratelli in vita sono 11.

Quando i carabinieri di Cabras, sollecitati dai loro colleghi di Milano, hanno chiesto al Comune di conoscere i nomi dei fratelli della signora per poterli avvisare della scomparsa, la risposta è stata solo una: «Candida Simbula a Cabras non ha nemmeno un parente».

«È stata trattata peggio di una barbona, come una persona trovata in strada senza nessuno – si sfoga Efisio Simbula - Questi errori non possono essere ammessi. Stiamo preparando una denuncia contro il Comune».

Il responsabile dell'ufficio anagrafe Marco Meli: «Per ora preferisco non rilasciare nessuna dichiarazione – ha detto -. Ho bisogno di un legale». Il sindaco Cristiano Carrus: «Attendo di conoscere meglio la situazione per fare della valutazioni in merito».
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