È in un pomeriggio di sole e di vento, quel vento che avrebbe fatto cantare le sue immense pietre, che a San Sperate si dice addio al maestro Pinuccio Sciola.

In piazza San Giovanni una grande folla si è riunita per accogliere il feretro dello scultore.

L'arrivo della bara, seguita dai figli Tommaso, Chiara, Maria è stato salutato da un lungo applauso e dalle note del sax di Gavino Murgia.

La cerimonia è stata introdotta dall'intervento dell'arcivescovo di Cagliari monsignor Arrigo Miglio.

Ha ricordato una lettera indirizzata dal Papa nel 1965 agli artisti che li definiva "custodi della bellezza".

Poi al termine della prima lettura Andrea Granitzio, pianista che è stato vicino a Pinuccio Sciola nelle sue ultime uscite pubbliche a Maranello o a Roma, ha voluto sottolineare un passaggio della Genesi che l'artista prediligeva particolarmente: "in principio era il suono".

E a quel verso, alla metafora del vento, si è rifatto anche don Ignazio Ferreli parroco di Cardedu, il sacerdote che è stato vicino a Sciola nei suoi ultimi giorni.

E tra i suoni sono riecheggiati anche quelli delle launeddas di Luigi Lai presente alla cerimonia funebre alla quale ha assistito tra le autorità anche il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

Sono stati poi anche i figli Maria, Chiara e Tommaso a rivolgere un ultimo saluto al padre dall'altare allestito sulla piazza.

Il soffiare del vento ha accompagnato nel silenzio generale la benedizione della bara.

E dopo la cerimonia funebre quasi un pellegrinaggio in musica tra le sculture e le pietre sonore del giardino di Pinuccio Sciola nella sua San Sperate.

Già ieri gli amici, i conoscenti, i compaesani e gli ammiratori giunti da tutta la Sardegna (ma anche dal continente) si erano messi ordinatamente in fila per rendere omaggio al maestro morto venerdì mattina all'ospedale Brotzu di Cagliari all'età di 74 anni, e ospitato nella camera ardente allestita nella chiesetta di Santa Lucia.

Una fila chilometrica impressionante.

Pinuccio Sciola ha trovato il suo paese completamente imbiancato.

Un sudario candido realizzato con le lenzuola in onore di un uomo che ha cambiato il destino della sua comunità.

E dell'artista scomparso resteranno con le su opere anche le sue parole

Oggi è il giorno dell'ultimo saluto.

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