Era accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie e resistenza a pubblico ufficiale.

E per questo la sera del 21 luglio scorso era stato arrestato dalla polizia.

Oggi Vito Piras, 68 anni di Siamaggiore, è stato condannato a due anni e quattro mesi al termine del processo con il rito abbreviato.

Il giudice Silvia Palmas ha accolto la richiesta del difensore (l'avvocato Piero Aroni) di revoca della misura cautelare in carcere da sostituire con i domiciliari in una comunità.

La serata a fine luglio era sfociata nell'arresto fatto scattare dagli agenti della questura di Oristano, dopo aver aggredito i poliziotti e fatto esplodere alcuni colpi con un fucile ad aria compressa caricato a pallini di piombo.

A chiamare i soccorsi era stata la moglie che si era rivolta al 113 dicendo che il marito la minacciava con un fucile.

L'uomo, in evidente stato di ebbrezza, alla vista delle divise si era infuriato e aveva iniziato a inveire contro i poliziotti.

Gli agenti avevano cercato di tranquillizzarlo e di farsi consegnare la carabina. L'uomo si era rifugiato in un casolare, dove aveva nascosto la carabina. I poliziotti dopo aver provato con le buone, erano riusciti a disarmare l'allevatore e ad ammanettarlo.
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