Pubblichiamo oggi la riflessione di un lettore circa la bellezza, ormai decadente "al pari di una splendida donna lasciatasi andare al declino", di Bosa. L'auspicio è di un progetto condiviso per un rilancio del piccolo ma prezioso centro da un punto di vista culturale, sociale, dell'accessibilità.

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"Gentile redazione,

ho seguito con attenzione il dibattito sviluppatosi in questi giorni in Sardegna e originatosi da Mariano Chelo, circa l'importanza e l'urgenza di un restauro dell'orologio storico di Bosa su corso Vittorio Emanuele. Egli ha innescato forse un circolo virtuoso che auspico possa andare ben oltre l'orologio. E che pure merita questa operazione che, come ci ricorda l'artista, potrebbe costituire motivo di attrazione turistica e di riflessione culturale.

Frequento costantemente Bosa, pur non essendo bosano. La amo, la adoro. Amo il garbo della sua gente, la sua capacità di accogliere e di rimanere se stessa.

Tuttavia mi duole rivederla ogni volta al pari di una splendida donna, lasciatasi andare al declino. Decadente. Immobile.

Bosa è un unicum di bellezza, dotata com'è di una veste culturale, paesaggistica e ambientale (si pensi solo al Grifone), enogastronomica (si pensi alla Malvasia), climatica. Uno scrigno che meriterebbe un progetto, tanto di autentica conservazione quanto di rilancio. Ed in questo rilancio sono tappe fondamentali, ad esempio, il recupero del castello (perché non farlo vivere culturalmente all'interno con l'organizzazione di eventi?), del teatro-cinema (chiuso da anni), la realizzazione di un programma culturale adeguato, coordinato e non estemporaneo, il monitoraggio del decoro e della pulizia del centro storico e non, il completamento della pista ciclabile fino a Bosa marina, l'apertura di un centro sportivo fruibile da tutti, il recupero della tratta dei binari del trenino verde sino alla vecchia stazione.

Non è possibile affidare il rilancio di Bosa a 'wine festival' o a 'beer festival' – che se fossero, fra l’altro, descritti in sardo o in italiano, anziché in inglese, sarebbe senz’altro un giovamento per tutti - disseminati a zonzo con un profluvio di rifiuti di plastica sparsi ovunque. O a manifestazioni pur ottime (corto di animazione, teatrali) ma poco reclamizzate.

Quello che manca è un vero progetto condiviso, che Bosa merita. Tutti quelli che amano Bosa lo chiedono.

Si apra un'Agorà di Bosa e si chiamino in un fine settimana tutte le associazioni, gli esponenti della cultura e altre personalità di spicco, per fare proposte. Si raccolgano le proposte e le migliori si realizzino!".

Cordiali saluti,

Marcello Adriano Mazzola

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