Il ruolo dell'Arciconfraternita del Gonfalone di Sant'Efisio

La confraternita di Sant'Efisio venne istituita nel Cinquecento da Papa Paolo III e fu elevata ad arciconfraternita nel 1796, grazie a Papa Pio IV. Gli statuti dell'Arciconfraternita del Gonfalone prevedono come finalità il culto della Madonna, di Sant'Efisio martire, la beneficenza e l'assistenza alla processione dello scioglimento del voto al martire. Come tutte le associazioni religiose, ha una serie di organismi dirigenti deputati al funzionamento, tra cui i rappresentanti della “Guardiania”, un organo apposito che si occupa della processione e le funzioni che si svolgono nella Settimana Santa.

L'elezione del Terzo Guardiano e dell'Alter Nos

Il 19 marzo di ogni anno viene eletto il Terzo Guardiano, membro dell'Arciconfraternita scelto tra i componenti della Guardiania con il compito di organizzare la festa. L'Alter Nos è la figura principale della manifestazione, il delegato dell'attuale sindaco di Cagliari (allora Vicerè) per i quattro giorni di festa. Scelto fra i consiglieri e gli assessori dell'amministrazione, rappresenta l'incontro fra municipalità e religiosità ed è parte attiva dei quattro giorni di festa, collaborando strettamente con il Terzo Guardiano.

La benedizione del giogo dei buoi

Poche settimane prima l'inizio della festa, è tradizione benedire il giogo dei buoi. I buoi sono due e ogni anno ricevono un nome diverso. Il primo maggio trainano diciotto “tracas”, grandi carri che, addobbati, trasportano il cocchio dorato con il simulacro del martire da Cagliari a Nora, evocando il viaggio dei devoti del Campidano e del Sulcis verso il luogo del martirio di Sant'Efisio.

L'introduzione del cocchio nella Chiesa

Il 25 aprile, prima di essere trasportato dai buoi, il cocchio viene introdotto all'interno della chiesa di Sant'Efisio. Il 29 aprile si procede con la vestizione del simulacro e l'aggiunta di gioielli in oro offerti come ex voto. Il rito termina il giorno dopo, quando la statua del santo viene deposta all'interno del cocchio.

La consegna della bandiera al Terzo Guardiano e ai miliziani

Il 25 aprile, il Terzo Guardiano uscente consegna la bandiera del Gonfalone al nuovo eletto. La cerimonia ufficializza il cambio e si conclude con una breve processione dei Guardiani nella piazzetta di Sant'Efisio. Lo stesso giorno ricevono la bandiera anche i miliziani, gli addetti alla scorta della statua e del cocchio durante la processione. Dal tipico costume rosso, un tempo erano una scorta armata che proteggeva il simulacro da pirati e predoni.

La vestizione

Alle ore 18 di ogni 29 aprile inizia la vestizione del simulacro di Sant'Efisio. Due consorelle si avvicinano per far indossare alla statua i "panni della festa", per festeggiarlo e abbellirlo con polsini di pizzo in nastro blu, il corsetto bianco e blu, il colletto in pizzo e il manto ottocentesco color porpora con trine d’oro.

L'ornamento, gli ex voto e i gioielli

Il giorno dopo, alle 10, inizia l'ornamento della statua con gli ex voto che ricordano le grazie offerte dal martire: collane e catenine in oro lucente. Il simulacro è infine sormontato da una corona d'oro, realizzata nel 1956 da Giovanni Carta, storico artigiano di Cagliari, e sempre vestita a partire da allora.

L'intronizzazione

Sempre il 30 aprile, a mezzogiorno, la statua viene finalmente intronizzata nel cocchio. Si tratta di uno degli ultimi, fondamentali passi, che precedono la definitiva processione del primo maggio.

Su Curradori

Su Curradori è la figura che guida il giogo dei buoi da Cagliari a Nora nei quattro giorni di festa. I carradoris per eccellenza si sono sempre fatti risalire alla famiglia Lecca, cagliaritani e stampacini, che si sono tramandati questo ruolo di generazione in generazione. Da qualche edizione i Lecca, non essendo più proprietari di gioghi, collaborano con dei confratelli proprietari di buoi che prestano il proprio giogo per la festa. Ognuno svolge una tappa che si modifica a turnazione di anno in anno

La processione

Dopo tutti i preparativi inizia la processione, una sfilata che dura quattro giorni. Il primo maggio, il cocchio parte dalla chiesa di Sant'Efisio e attraversa le vie del centro di Cagliari, preceduto dai buoi. Arrivato in Via Roma, davanti al Palazzo liberty del Comune, il cocchio del santo viene salutato dall’Alter Nos. L’arrivo del cocchio viene preceduto dal suono delle launeddas, mentre decine di donne in costume tradizionale lanciano petali di fiori lungo la strada (“Sa Ramadura”). I fedeli si possono poi avvicinare al simulacro, seguendolo lungo un percorso di 65 chilometri che passa per Giorgino, Sarroch,Villa San Pietro e Pula. Arrivati a Nora, il 4 Maggio la processione ritorna a Cagliari in un corteo, silenzioso e in preghiera, che riporta il Santo nella sua chiesa, dove riposerà fino all'anno successivo.

(Unioneonline)

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