Contrasti di famiglia su un immobile a Sassari. Finiti in tribunale, nel capoluogo turritano, con una causa per falsità ideologica a carico, in concorso, di un notaio sassarese e del fratello della parte offesa.

Secondo l’imputazione, il professionista, «formando un atto di procura speciale per l’esercizio dei diritti spettanti sull’immobile sito in Sassari», avrebbe attestato nel settembre 2016 «falsamente che la parte offesa, della cui identità personale si diceva certo, aveva firmato in sua presenza la scrittura in questione». E su questo episodio si è svolto il procedimento in cui sono stati escussi tutti i testimoni della vicenda, tra cui i fratelli e le sorelle della parte offesa, oltre alla collaboratrice del notaio.

Tutti hanno smentito la circostanza ipotizzata dall’accusa e la stessa pm Paola Manunza, ieri in discussione, ha riferito come non si sia raggiunta la prova del presunto reato.

Alla fine la giudice Claudia Sechi ha assolto entrambi gli imputati, difesi dai legali Stefano Porcu e Sergio Milia.

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