«L’incendio divampato mercoledì pomeriggio, a ridosso del campo Rom di Selargius, avrebbe potuto avere delle conseguenze ben più gravi per le persone che vivono ormai da anni in una situazione di inaccettabile abbandono e degrado».

Questa la posizione di Stefano Colaneri, dell’associazione Asce (associazione sarda contro l’emarginazione), dopo il rogo che ha impegnato per molte ore le squadre dei vigili del fuoco lungo la Statale 387.  

«Da anni chiediamo all’amministrazione comunale che dia alle famiglie -  del campo - circa 70 persone con numerosi minori  – una sistemazione dignitosa, case vere e non baracche, seguendo modelli virtuosi come quello dei comuni di Porto Torres, Olbia e Carbonia. Le risorse ci sono, ci pare che manchi la volontà politica»,  sottolinea Colaneri. 

L’Asce concorda  con i sindaci di Selargius e di Settimo quando dicono che si tratta di una situazione allarmante, «ma le due amministrazioni dovrebbero spiegare perché si è arrivati a questo punto e trovare rapidamente una soluzione abitativa concordata con le famiglie Rom. Non aspettiamo un nuovo rogo», è l’esortazione, «non aspettiamo che si verifichi una tragedia di cui potranno essere responsabili solo le Istituzioni che in questi anni, pur avendo risorse e strumenti, hanno ignorato il problema se non volutamente lasciato che la situazione diventasse esplosiva». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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