Chiede con urgenza un intervento immediato Irene Testa, garante regionale delle persone private della libertà. Nella sua recente visita alla casa circondariale di Uta ha verificato «la situazione di estrema precarietà e violazione dei diritti umani nei confronti di alcune persone private della libertà personale, in particolare per quanto concerne l'assistenza sanitaria».

Sono circa 655 i detenuti «costretti a vivere in una situazione di sovraffollamento e grave disagio, privati della giusta assistenza sanitaria prevista dalle norme».

Testa spiega di aver accertato che in una sola sezione sono presenti quattro detenuti costretti su sedie a rotelle e uno sulle stampelle: «L'unica cella predisposta per la disabilità è insufficiente a soddisfare le esigenze di tutti, costringendo gli altri detenuti a vivere in condizioni di illegalità e a fare affidamento sui compagni di cella per le attività quotidiane più basilari», prosegue la garante.

«Le barriere architettoniche nelle celle si traducono in una serie di difficoltà quotidiane insormontabili, come ad esempio l'accesso ai servizi igienici e la possibilità di fare la doccia in modo sicuro. Questa situazione umiliante e degradante mette a rischio la salute fisica e mentale dei detenuti». E, altra emergenza, è il concreto pericolo dell'azzeramento del servizio 118, «che getta nel panico non solo i detenuti ma anche i loro familiari».

Testa quindi chiede «un intervento immediato da parte delle autorità competenti per garantire il pieno diritto alla salute” e che “si mettano a norma le celle per i disabili e che si fornisca all'istituto nell'immediato il personale sanitario adeguato per gestire un trattamento dignitoso e adeguato a tutti i detenuti con disabilità fisiche e psichiche».

(Unioneonline/s.s.)

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