C’è chi, prendendo a calci il tabù della masturbazione femminile propone di regalare un sex toy. E chi, con humor macabro, invita ad acquistare una tazza per il caffelatte con la scritta “Un po’ la Franzoni la capisco”. La Festa della mamma 2023 è (anche) questo: un invito a studiare strategie di marketing e proporre soluzioni (per alcuni) improponibili. Molto più di un’idea regalo. Obiettivo: colpire l’immaginario degli utenti in una stagione caratterizzata da un bombardamento di informazioni, con il risultato che spesso è difficile distinguere tra sostanza e puro marketing. L’importante, alla fine, è che se ne parli.

Facciamolo, allora. Parliamone. La Control Italia, che di mestiere vende preservativi e sex toys, per celebrare la Festa della Mamma ha lanciato una pubblicità dove insieme ci sono un sex toy, una donna fotografata in un momento di piacere sessuale e una scritta: “La mamma non si tocca. O forse sì”. Subito, sui social, gli unici canali dove la pubblicità ha girato, è scoppiata la bufera: perché? Da un lato ci sono “i tutori” del decoro, quelli che considerano le mamme come Barbie, cioè il seno ma senza vagina. Sono di plastica e prive del diritto al piacere. Le mamme sono immagini sacre, quindi. Legare la maternità al piacere, alla ricerca del piacere fine a sé stesso, è stato considerato troppo forte. Eppure, lo dicono gli esperti, quando una pubblicità è intelligente non fa molto: si limita a mostrare la realtà. Se poi lo fa con ironia, l’efficacia è molto più forte. Chiedetelo a Nina Palmieri della trasmissione tv Le Iene: ha scritto un post pochi giorni fa dove ha raccontato di essersi fatta un regalo per la festa della mamma. “Un aggeggino nato da poco che diventerà il mio nuovo compagno nei miei viaggi in solitaria”. Tra i quasi mille commenti, tanti quelli contrari. Eppure lei rilancia: “Sono una mamma, ma sono soprattutto una donna che ha messo nella classifica delle cose importanti a cui non si dovrebbe mai rinunciare il piacere”.  

In cerca di idee per un regalo da fare in occasione della Festa della mamma, potrebbe capitare di pensare e una tazza con cui augurarle il buongiorno, e imbattersi in una di quelle realizzate da una coppia di artigiani pugliesi molto seguiti sui social. Si tratta di una tazza con la scritta: “Io un po' la Franzoni la capisco”. La loro idea, una “riflessione  sul fatto che avere una crisi d’ira nei confronti di un figlio è lecito così come tante mamme si sono trovate nella situazione di aver pensato “io lo uccido”, scrivono sui social, ha scatenato l'indignazione sui social.

Nel gennaio del 2002 Samuele Lorenzi, appena tre anni, venne ucciso dalla madre Annamaria Franzoni, che per questo ha già scontato la pena (è stata condannata a sei anni di carcere e cinque ai domiciliari). E quello che voleva essere un classico esempio di black humor non è piaciuto. Ma di fatto non è una novità che gli artigiani pugliesi puntino molto sull'ironia e sull’humour un po’ più nero, come si può intuire dal motto “ceramiche, risate e disagio, dipinte a mano”, scritto sul sito. E la forza delle mamme non è anche l’ironia?

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