Si concentrano sui genitori i sospetti degli inquirenti sulla morte di un feto di 32 settimane. I due, secondo la Procura di Mantova, avrebbero saputo che il bambino che la donna aspettava soffriva di una grave malformazione, e avrebbero deciso di andare ad abortire in Grecia (con un'iniezione di cloruro e potassio), dove l'interruzione di gravidanza è possibile ben oltre il terzo mese, per poi tornare in Italia e ricorrere alle cure gratuite del sistema sanitario nazionale all'ospedale Carlo Poma.

Dopo il cesareo sono nati i primi dubbi: nei casi in cui il bimbo nasca morto viene disposta l'autopsia, ma i genitori si sono subito opposti. I carabinieri si sono però presentati al reparto di Ginecologia per sequestrare le cartelle cliniche e la struttura sanitaria ha avviato un'indagine interna.
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