Secondo il giudice Giorgio Altieri, che ha attentamente valutato la documentazione fornita dalla Procura, "le condotte recenti dell'accusato sono apparentemente estranee alla vicenda, ma ad un'analisi più approfondita rivelano l'attualità del pericolo di reiterazione del reato e di quello di inquinamento delle prove". Lo scorso anno, violando le circolari interne, Melis "ha cercato di farsi dare da tutti gli studenti numeri di telefono e indirizzi e-mail". Non solo. Nel corso di alcune lezioni registrate tra il 2013 e il 2014, il professore - come riporta l'Ansa - avrebbe accennato alla sue vicende giudiziarie promettendo di vendicarsi. "Le condotte recenti - scrive ancora il Gip - pur non essendo omologhe a quelle per cui si procede, sono fortemente indicative del fatto che Melis sia totalmente fuori controllo, tanto da proseguire nei suoi atteggiamenti scorretti nonostante un richiamo scritto, un provvedimento di sospensione dalle funzioni, articoli sui quotidiani e così via e che, seppur in modo meno palese, non abbia cessato i propri approcci nei confronti delle studentesse".

LE PERQUISIZIONI - Nel corso delle perquisizioni iniziate due giorni fa e concluse ieri, come riporta l'Ansa, gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Procura oltre ad aver sequestrato diverso materiale informatico e computer, hanno anche messo sotto chiave le attrezzature di un set fotografico, abbigliamento sexy, giocattoli erotici e tutto l'occorrente per scattare foto a luci rosse particolarmente piccanti (mascherine, vibratori, manette, collant). Materiale che a quanto pare il professore, secondo quanto da lui dichiarato agli investigatori, avrebbe utilizzato per servizi fotografici e calendari. Il materiale informatico e le memorie delle macchine fotografiche sequestrate - il docente era appassionato di fotografia - saranno analizzate dalla polizia postale alla ricerca di eventuali immagini e filmati dei presunti rapporti sessuali con le studentesse.
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