Se anche la Recanatese non dovesse vincere stasera a Cesena, ciò che varrebbe all’Olbia la retrocessione con due giornate di anticipo per l’impossibilità di colmare il gap in classifica in chiave playout, la Serie D è questione di poco.

Al prossimo turno alla Fermana, che ieri ha sconfitto la Lucchese allungando a +6 al penultimo posto, basterà un punto contro la Juventus Under 23 per condannare i bianchi, fanalino di coda del Girone B di Serie C con 25 punti, 23 sconfitte e 61 gol subiti. Di cui 3 ieri dal Pescara, nel match che ha spento le residue speranze di salvare la categoria conquistata nel 2016 e confermata da allora, tra alti e bassi.

Al “Nespoli” due episodi sono costati cari alla squadra di Oberdan Biagioni, subentrato 10 giorni fa all’esonerato Marco Gaburro, che aveva sostituito a gennaio Leandro Greco: l’espulsione dopo 23’ con rosso diretto di Montebugnoli, reo di aver strattonato al limite dell’area un avversario lanciato a rete, e il rigore ottenuto dagli abruzzesi al 40’ per il contatto in area tra Bellodi e un giocatore ospite, penalty trasformato nello 0-1 del “Nespoli”. A seguire, il raddoppio del Pescara nel recupero del primo tempo e il tris al 90’.

Le proteste dei bianchi per falli a favore ignorati dall’arbitro in occasione degli episodi chiave sono cadute nel vuoto. Ma si sa che quando le cose vanno male rischiano di andare anche peggio, come nel caso dell’Olbia, contestata dalla curva prima e dopo la partita al termine della quale ha parlato solo il presidente Guido Surace, ammettendo tutta la sua delusione e l’amarezza ma confermando l’intenzione di rimanere a Olbia e all’Olbia Calcio per i prossimi 10 anni.

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