Tutto cominciò a dieci anni con l'Is Arenas di Quartu Sant'Elena: «Ero altissimo quindi il tecnico Mario Orrù mi mise subito in porta. Avevo un po’ di paura per le grosse responsabilità ma ho subito amato questo ruolo». Comincia in tenera età l’avventura di Antonello Casiddu, per tutti Zibo, uno dei portieri più esperti e conosciuti del calcio dilettantistico isolano. Nel giro di pochi anni la consacrazione: «A diciotto anni», racconta, «ho giocato nel Castelsardo, splendido ambiente. Successivamente sono passato al Sant’Elena dove sono maturato come portiere. Sono state fondamentali per la mia crescita anche le esperienze con Iglesias, Sinnai, Tharros e Mandas in serie D».
Che questo sia un ruolo particolare e complesso lo afferma lo stesso Casiddu che ora allena i giovani portieri della Ferrini Cagliari: «Esorto i miei ragazzi ad avere una spiccata personalità e un po' di sana pazzia. Non bastano le doti tecniche. Ci vuole anche carattere e carisma. Insomma, devi essere un leader».
La solitudine dei numeri “uno” si materializza in particolar modo quando il pallone scotta e l’avversario è sul dischetto, a soli undici metri: «Su un penalty il portiere non ha niente da perdere; devi essere concentrato, osservare il piede dell'avversario che calcia e magari fare una prodezza che può valere una Coppa, un titolo giovanile. Se va bene sono soddisfazioni indescrivibili».
Il lavoro paga sempre e senza sacrifici non si ottengono risultati: «Soffrire, allenarsi a mille con la giusta concentrazione, e crederci sempre, non abbattersi mai, sempre a testa alta anche quando fai un errore. Sono questi gli ingredienti imprescindibili per chi sta tra i pali».
L’Italia è sempre stata terra di bravi portieri, ma sono due quelli che per Casiddu non hanno rivali e hanno fatto la storia: «Buffon e Zenga, ma non posso non citare il russo Lev Ivanovič Jašin».


Anche la Sardegna è in buone “mani”: «Zanda, Antinori, Manis sono stati tra i migliori estremi difensori sardi degli ultimi venti anni; voglio citare anche un giovane già fortissimo e che promette bene: Murtas della Ferrini Cagliari». Casiddu non dimentica chi ha contribuito alla sua formazione e crescita: «Cito con affetto i mister Boldjzar, Fadda e Morosi e i presidenti Lorenzoni quando ero a Castelsardo e Carboni, ora al Monastir». In un periodo in cui improvvisare è diventato la regola, i bravi preparatori dei portieri godono di un mercato florido e per Casiddu le offerte non mancano: «Punto ad una conferma da parte della Ferrini, società dove mi trovo benissimo».

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