Il sacrificio è il pane quotidiano di un corridore. Non esistono scuse o giustificazioni, tanto meno proclami fini a se stessi: il ciclismo insegna a lavorare silenziosamente e a macinare chilometri che poi si riveleranno preziosi a tempo debito. Ignazio Cireddu ha fatto caposaldo di tutto ciò e sa bene che per fare il salto di qualità non può perdersi in chiacchiere: 18 anni di San Vito, tesserato per l’Unione Ciclisti Trevigiani, Cireddu sta affrontando la sua prima stagione da Under 23, un momento cruciale per il suo percorso agonistico dove non sono mancate le belle soddisfazioni: qualche esempio? Sicuramente il secondo posto lo scorso anno ai campionati sardi su strada tra gli Juniores dietro a Gabriele Pili e la vittoria sempre su strada al “Trofeo Città di Sarroch’’. Nel 2023, per quel che riguarda il ciclocross, ha conquistato la vittoria tra gli Under 23 nella prova da un’ora in occasione del “Trofeo Arborea Bike’’ dove è giunto secondo assoluto dietro ad Eros Piras. La completezza è uno dei suoi marchi di fabbrica, così come la determinazione per raggiungere nuovi traguardi importanti, consapevole che l’ambizione affiancata alla meticolosità saranno gli elementi più significativi per fare la differenza.

Cireddu analizziamo questo primo anno tra gli Under 23: come procede la sua stagione?

«Posso ritenermi abbastanza soddisfatto, mi sto esprimendo su buoni livelli e cresco giorno dopo giorno fattore molto importante in ottica futura. Sicuramente, il passaggio di categoria si sente, ho cambiato vari aspetti per quel che riguarda gli allenamenti».

Oltre a essere un corridore, lei è anche uno studente.

«Esattamente, sto frequentando l’ultimo anno dell’Istituto Tecnico indirizzo Turistico a Muravera, non appena conseguirò il diploma mi trasferirò a Montebelluna per dedicarmi totalmente al ciclismo».

A proposito di allenamenti, quali sono state le modifiche introdotte?

«Adesso mi alleno tutti i giorni e ho aumentato il chilometraggio. L’anno scorso, quando militavo tra gli Juniores, facevo circa cinquecento chilometri alla settimana mentre da quest’anno la media è di seicento. Inoltre, svolgo più esercizi per potenziarmi, anche questa è una componente rilevante».

Tra le figure più importanti nel suo percorso c’è Luca Massa, presidente della Crazy Wheels Cycling Academy.

«Esattamente, Luca per me è una figura molto significativa. Mi ha contattato l’anno scorso per entrare a fare parte della sua squadra che è un vivaio della Trevigiani, società per cui corro ora una volta passato tra gli Under 23. La stagione tra le file della Crazy Wheels, lo scorso anno, mi ha dato tanti nuovi stimoli permettendomi di correre con ragazzi di grande talento. Un'altra figura preziosa nel mio percorso è Paolo Slongo ovvero il mio preparatore: un fuoriclasse del settore che ha seguito per tanti anni una leggenda come Vincenzo Nibali».

Quali sono gli avversari più forti con cui si è confrontato nell’Isola?

«Sicuramente Gabriele Pili e Mirko Pani.

Al di fuori della Sardegna invece?

«Senza dubbio Nicolò Arrighetti che reputo uno dei giovani più promettenti del ciclismo italiano. Tra l’altro, mi è capitato di sfidarlo proprio qui in Sardegna alle ‘’Strade Sarde’’, una delle manifestazioni più dure e suggestive del calendario, e sono rimasto colpito dal suo cambio di ritmo».

Che giudizio dà ai suoi due anni tra gli Juniores?

«La categoria Juniores è stata per me positiva e mi ha offerto spunti di riflessione importanti. Io ho iniziato a muovere i primi passi nel ciclismo intorno ai sei anni ma ho ripreso con continuità verso i quindici anni. Quando si diventa Juniores tutto comincia a farsi più serio e si intravedono anche alcune caratteristiche rilevanti in vista del futuro. Il mio primo anno di categoria, nel 2021, è stato un anno di transizione perché dovevo ritrovare il feeling con le gare mentre l’anno scorso, grazie alla preziosa esperienza con la Crazy Wheels di Luca Massa, sono cresciuto parecchio sia dal punto di vista tecnico che mentale».

Lei è un passista-scalatore: preferisce le corse a tappe oppure le gare di un giorno?

«Assolutamente le corse a tappe, il mio futuro lo vedo lì.  Spero di poter disputare il Giro del Veneto e il Giro Next Gen ovvero il Giro d’Italia riservato agli Under 23: sono le due corse a tappe più importanti per la mia categoria e non vedo l’ora di mettermi alla prova».

Come si trova nelle prove a cronometro?

«Mi trovo abbastanza bene, per ora ne ho fatto solo tre ma sono riuscito ad esprimermi come volevo. Preferisco le cronometro dure e abbastanza lunghe, personalmente inizio a pedalare meglio quando si superano i trenta chilometri nelle prove contro il tempo».

Continuerà a fare anche il ciclocross?

«Certo, le gare di ciclocross durante l'inverno non mancheranno mai nella mia preparazione. Farle mi diverte e, soprattutto, è bene specificare che il ciclocross è utilissimo sia per la tecnica sia per la guida del mezzo, oltre a dare una brillantezza nella pedalata notevole».

Quali sono i luoghi in cui ama maggiormente pedalare?

«Sicuramente la salita di Villasalto e di Campuomu: io sono un corridore di resistenza quindi amo pedalare in quei punti dove posso trovare salite e percorsi selettivi».

Nel 2021 ha partecipato tra gli Juniores per la prima volta ai Tricolori su strada, il 3 luglio a Darfo Boario Terme. Che ricordo ha di quella esperienza?

«Ho un ricordo molto positivo, fu una grandissima emozione anche perché è stata in assoluto la mia primissima gara fuori dalla Sardegna. Certo, correre in un contesto così per la prima volta non è semplice, ci sono tanti fattori con cui fare i conti ma è stata un’esperienza molto formativa che mi è tornata utile successivamente».

Anche suo padre Roberto ha pedalato per tanti anni. Quanto è stato importante per lei?

«Mio padre è stato fondamentale, perché è proprio grazie a lui che mi sono appassionato al ciclismo. Lui mi ha spinto ad iniziare, spronandomi nei momenti difficili e dandomi tanti consigli utili».

Quali sono i suoi punti di riferimento?

«Su tutti direi Fabio Aru: Fabio è un orgoglio per la nostra Isola, è la dimostrazione che con il duro lavoro nulla è precluso. Sicuramente mi ispiro parecchio a lui, per me è un esempio da seguire. Oltre a Fabio Aru, ho grande stima anche di un campionissimo quale Wout Van Aert: vederlo pedalare è uno spettacolo, riesce a primeggiare su ogni terreno».

Cosa rappresenta per lei il ciclismo?

«Il ciclismo per me è tutto, rappresenta la mia più grande passione. Pedalare per me significa spensieratezza e libertà, ho la fortuna di praticare una disciplina unica, immerso in paesaggi magnifici. Il mio sogno è passare tra i Professionisti e confrontarmi con i più forti: è un obiettivo ambizioso ma con dedizione e umiltà nulla è impossibile». 

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