Valerio Scanu si confessa: "Ecco la verità sul mio rapporto con Maria De Filippi"
Quando Valerio Scanu ha scritto la sua prima autobiografia, nel 2010, aveva vent'anni: fresco vincitore del Festival di Sanremo, il cantante nato a La Maddalena era pieno di sogni e di entusiasmo verso quel futuro roseo che sembrava pronto ad accoglierlo a braccia aperte.
Oggi, dopo dieci di carriera nel mondo della televisione (era il 2008 quando arrivava secondo ad "Amici di Maria De Filippi", il suo indiscusso trampolino di lancio), ne ha viste così tante da diventare una persona "nuova", disincantata, pronta a guardare oltre i lustrini e le paillettes dei palcoscenici, senza rinunciare però al sogno della musica.
Ha deciso così di scrivere ancora di sé e ne è venuto fuori "Giuro di dire la verità - dalla A alla Zia Mary" (Ultra Edizioni) che ha presentato alla Libreria Mondadori di via Marghera a Milano assieme a Ivana Spagna, sua grandissima amica.
"In questi anni è cambiato tutto - ha spiegato a L'Unione Sarda - e, guardandomi indietro, ho voluto raccontare in maniera diretta e incisiva la mia verità in 26 capitoli, tanti quanti le lettere dell'alfabeto".
AMICI, "PALESTRA DI VITA" - Si comincia dalla lettera A, come il talent che lo ha lanciato, Amici: "Un vero traguardo per un giovane come me, che sognava di concretizzare qualcosa nell'ambito dello spettacolo", dopo aver cantato fin da piccolo a innumerevoli contest in Sardegna ("Ai miei tempi si chiamavano ancora 'Festival'").
Due lustri dopo, l'argento al programma di Canale 5 da "traguardo" è diventato "un punto di partenza". Il ventottenne Scanu ha rivolto più volte, con sincerità, le sue critiche alla trasmissione, molto cambiata da quell'edizione del 2008.
"Non c'è più l'orchestra dal vivo, per molto tempo i ragazzi sono stati solo numeri allo sbaraglio e oggi, in tutta franchezza, non si sta migliorando".
Eppure, precisa, non rinnega nulla di quella Scuola (con la "S" maiuscola, nel libro). "Le palestre di vita non si rinnegano mai. Al contrario, se ne custodisce il ricordo, facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti e appresi".
ZIA MARY - Ebbene sì. La Zia Mary del titolo dell'autobiografia è proprio Maria De Filippi.
"Una lavoratrice indefessa - dice Valerio - una professionista immensa che, quando ho vinto Sanremo, quasi urlò al telefono per congratularsi con me".
Ma lo Scanu-Ulisse - così lo ha definito la "misteriosa amica" che ha scritto la prefazione del libro - ha deciso anche di raccontare l'altra verità del suo rapporto con la De Filippi. Dai rapporti incrinati dopo l'Isola dei Famosi, a quelle partecipazioni ai programmi che "Zia Mary" gli aveva promesso e che poi non si sono concretizzati.
"Non che mi aspettassi un ufficio di collocamento, però illudere è un'altra faccenda", dice Scanu, raccontando che presto si è reso conto di dover camminare da solo.
"Magari sarebbe stato tutto più facile se effettivamente fossi rimasto una creatura di Zia Mary, ma la verità è che la libertà non ha prezzo. Sono io il garante tanto dei miei successi quanto dei miei fallimenti, nessun altro".
LA SARDEGNA E I NONNI - Tra la A e la Z, c'è l'amata Sardegna, rappresentata da due personaggi.
Nonna Paola, "con la forza di una roccia, come le eroine dei miei cartoni preferiti", di cui racconta una lunga vita difficile, in una lettera a tu per tu.
E Nonno Bastiano, un "animo buono", che amava passeggiare per via Indipendenza, a La Maddalena, accompagnato da piccioni e gatti, e di cui porta orgogliosamente il nome: Valerio Sebastiano Scanu.
Angelica D'Errico
(Unioneonline)