Il Festival Cantiere di Lavoro Teatrale, nato nel 1996 e che in quasi trent’anni ha valorizzato alcuni luoghi remoti della Sardegna fra cui Montevecchio, Soleminis e Baradili, rischia la chiusura. Questo, denuncia la cooperativa Progetti Carpe Diem che organizza il festival, a causa delle scelte della Regione Sardegna nel definire il sistema di contributi regionali per le attività di spettacolo.

«La nostra attività è riconosciuta all’articolo 56 della Legge Regionale 1/1990, che però considera soltanto la quantità dei progetti e non la qualità degli stessi, su cui noi abbiamo sempre puntato», la spiegazione di Aurora Aru e Franco Marzocchi, che da ventotto anni organizzano e dirigono il festival teatrale. «La Regione premia chi propone tante attività, anche se fatte dai propri parenti anziché da artisti nazionali o internazionali. Il criterio della qualità è presente, ma non fa punteggio: sarebbe anche ora di capire la storia, i curriculum e la realtà di tutti i soggetti che sono finanziati, altrimenti si può fare una compagnia con diciotto cugini e diventerebbe una grande struttura assistenziale».

La richiesta. Alla cooperativa Progetti Carpe Diem nel 2023 è stato assegnato un contributo di circa 23.000 euro. «Ma siamo di pari passo con le new entry, che prendono 20.000 euro senza avere storia ed esperienza, mentre noi abbiamo portato artisti come Ascanio Celestini, Giuliana Musso e tanti altri fra i migliori nomi del teatro contemporaneo in Italia», puntualizza Aru. La loro lamentela è anche per un emendamento di fine dicembre: «Una sorta di Milleproroghe, facendo uscire dalla porta e rientrare dalla finestra cinque organismi che erano stati esclusi dai contributi. Mentre noi non siamo stati contemplati: chiediamo che la Regione valuti la qualità dei progetti per concedere i contributi», conclude.

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