Pare che l’uso della parola meditazione, per il significato che le attribuiamo oggi, sia arrivata a noi, non per via Buddhista, ma tramite un monaco certosino Guigo II, priore del monastero del Grande Chartreuse nelle Alpi francesi nel XII secolo. Egli paragona la vita spirituale ad una scala di quattro gradini: la lectio, la meditatio, la oratio, la contemplatio. Dove per meditatio per il certosino s’intende la riflessione sul significato profondo della parola di Dio.

La tradizione

In realtà la parola meditazione ha un significato più vasto, perché si ricollega a tante tradizioni diverse anche guardando verso Oriente, che vanno dallo Yoga al Buddismo e alle Upanishad indiane. Quello, che è importante capire, che oltre ad essere uno strumento per l’evoluzione personale, è stato dimostrato, che ha anche degli effetti molto positivi sul benessere e l’equilibrio psicofisico, (si vedano a questo proposito le numerose ricerche svolte nell’ambito della meditazione trascendentale di Maharishi). Il nostro sistema nervoso è spesso iperstimolato e sovraeccitato e questo porta dei disturbi all’equilibrio tra sonno e veglia, attività e rilassamento, interrompendo il ritmo naturale, che ci permette di staccare la spina e ricaricarci.

I dati scientifici

Lo studio delle onde celebrali mostra che durante la meditazione il cervello emette onde alfa tipiche dello stato di pre-sonno o di quando ci svegliamo, naturalmente. In questi momenti siamo rilassati e presenti in uno spazio intuitivo e ricettivo aperto ai messaggi, che vengono da dentro di noi. Possiamo così attingere naturalmente alle nostre risorse più profonde, come la creatività, la comprensione e la visione olistica. La meditazione riequilibra a tutti i livelli.

Le tecniche

Esistono vari tipi di meditazione, le più note sono la Trascendentale, la Dinamica di Osho, la meditazione Zen, la meditazione Mindfulness, la meditazione Camminata, la Vipassana, la meditazione Yoga, la meditazione con Mantra. Alcune tecniche lavorano maggiormente sulla centratura ( per centrarsi serve consapevolezza, accettare il momento presente con apertura, le emozioni sono così meno stressanti), altre sull’armonizzazione corpo mente, altre sulla sensibilità, altre ancora sul rilasciare stress ed emozioni negative. Gli effetti possono durare da qualche ora a qualche giorno. La pratica della meditazione ci permette, di sperimentare e di conoscere lo “spazio del testimone”, che osserva “dall’alto della collina”, quello, che accade, che osserva i suoi pensieri e le sue emozioni, senza esserne identificato, mantenendo così una visione più oggettiva e imparziale della realtà. Meditare non vuol dire pertanto ritirarsi in un monastero, o rinunciare ai piaceri della vita, anzi praticare la meditazione è una grande opportunità, perché permette di coniugare la crescita individuale, aumentando la nostra consapevolezza, al confronto continuo nel quotidiano, con le situazioni della vita.

Nessuna controindicazione

La meditazione, non ha quindi alcun effetto collaterale, è la grande scoperta di tutti quelli, che ci provano senza alcun sforzo, in pace, religiosi o atei, avventurosi o conservatori. Un tempo era possibile fare a meno di meditare: oggi conoscere e percorrere quel ponte dentro di noi è questione di vita o di morte per la nostra psiche, per sopravvivere alle ossessioni e alle nevrosi, al caos, che noi creiamo in noi stessi.

Franca Senette

© Riproduzione riservata