«I Disturbi Specifici dell’Apprendimento, convenzionalmente identificati con l’acronimo DSA, costituiscono un insieme di condizioni cliniche (in particolare la dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) in cui sono presenti anomalie nei circuiti neurofunzionali che impegnano le abilità di lettura, scrittura e calcolo. La dislessia si caratterizza per la difficoltà a effettuare una lettura accurata e fluente, ripercuotendosi anche sulla comprensione dei testi; la disortografia consiste nella difficoltà di scrivere nel modo corretto; la disgrafia riguarda la componente motoria (difficoltà a scrivere in modo veloce, regolare e comprensibile); la discalculia concerne il disturbo nel manipolare i numeri, eseguire calcoli a mente, recuperare i risultati delle tabelline e nei diversi compiti aritmetici».

Il quadro generale su tali patologie lo illustra la dottoressa Silvia Paba, Dirigente medico specialista in Neuropsichiatria infantile presso il Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze della ASL Cagliari, oltreché Segretario regionale SINPIA (Società italiana di neuropsichiatria infanzia e adolescenza).

La Legge 8 ottobre del 2010, n.170 e atti successivi su base regionale hanno conferito rilievo normativo ai DSA, e fornito raccomandazioni specifiche sulla loro gestione. La Sardegna ha emanato proposta deliberativa in materia di DSA ma non ancora attuativa.

«I DSA», continua la dottoressa, «possono presentarsi in modo isolato o in associazione tra loro, oppure talvolta insieme a disturbi dell’attenzione, del linguaggio, a difficoltà della memoria e di coordinazione motoria. Le persone con DSA hanno un’intelligenza normale o al di sopra della norma ma hanno prestazioni di letto-scrittura e calcolo che si discostano per correttezza e velocità di almeno due deviazioni standard sotto la media. Il DSA tende ad essere persistente, ma le caratteristiche possono diversificarsi in base ai soggetti e variare nel tempo sulla base di adattamenti determinati dalla scolarizzazione, dagli interventi riabilitativi e di sostegno didattico attivati, dalle diverse stimolazioni derivanti dal contesto familiare».

«La diagnosi di DSA», mette in evidenza Paba, «viene formulata sulla base delle prestazioni negli apprendimenti e di valutazioni cliniche che tengano conto della storia pregressa e del funzionamento generale della persona. I Servizi di Neuropsichiatria Infantile del SSN (o in alternativa centri accreditati e autorizzati) hanno il compito di effettuare la diagnosi di minori DSA e garantirne la presa in carico, in collaborazione con le scuole e con il coinvolgimento delle famiglie. È fondamentale saper riconoscere precocemente i campanelli d’allarme fin dalla scuola dell’infanzia e dai primi anni della scuola primaria: è infatti risaputo che le persone con DSA, se non trattate adeguatamente o non riconosciute, possono incontrare difficoltà nella loro storia scolastica e nella vita, con effetti sugli apprendimenti e sul benessere generale».

Luca Mirarchi

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