Con 17 voti a favore e 34 contrari viene respinta la mozione contro l’assessore alla Sanità Carlo Doria. Mozione che «erroneamente è stata chiamata di sfiducia, ma si definisce di censura perché nell'ordinamento regionale i componenti della giunta, salvo il presidente, non possono essere sfiduciati», ha chiarito il vicepresidente dell'Assemblea Giovanni Antonio Satta.

L’opposizione l’aveva presentata settimane fa, contestualmente alla mozione contro il presidente della Regione Christian Solinas poi respinta dall’Aula. 

All’origine del documento, un incontro convocato dall’assessore con i dg dell’Aou e della Asl e con i consiglieri regionali del nord-ovest, ma solo di maggioranza, perché - avrebbe dichiarato Doria secondo quanto riportato nella mozione – «a quelli di opposizione do la frittata già preparata, perché altrimenti mi mettono i bastoni tra le ruote».

Motivando la censura, i gruppi di minoranza sostenevano che «la scelta deliberata e dichiarata di escludere dall’incontro i rappresentanti dell’opposizione rimarca un intollerabile dispregio del ruolo dei consiglieri regionali di minoranza, evitando un confronto libero sulla sanità sarda che è sempre più allo sbando». Oltretutto, «l’assessore non è un rappresentante del popolo sardo eletto dai cittadini, ma è un tecnico nominato dal presidente della Regione, e non può arrogarsi il diritto di non convocare a nessuna riunione chi democraticamente è stato eletto». 

IL DIBATTITO – Nel corso del dibattito sono emersi tutti nodi della sanità in Sardegna. In primis le liste d’attesa: «Oltre 12 anni (4.400 giorni) di attesa per prestazioni oncologiche, circa 11 (4.100 giorni) per ematologia e ancora, più di otto anni (3mila giorni) per cardiochirurgia, quasi dieci anni (3.600 giorni) per neuropsichiatria infantile, oltre quattro anni (1.500 giorni) per ginecologia, quasi quattro per il Centro ustioni»: è la durata degli elenchi secondo i dati forniti dagli uffici dell’assessorato alla consigliera del M5s Desirè Manca, che li ha illustrati in Aula.

Le critiche all'azione di Doria sono arrivate da tutti gli interventi della minoranza: «In discussione - ha sottolineato il capogruppo M5s Alessandro Solinas - è il modo con cui l'assessore ha condotto la sanità sarda, alzando l'asticella delle aspettative, rilasciando dichiarazioni e facendo promesse che mai sareste stati capaci di soddisfare, men che meno con ancora otto mesi di legislatura».

LA REPLICA – L'assessore ha risposto con altri numeri sulle liste d'attesa e sottolineato l'impegno costante per l'abbattimento dei tempi, mettendoli in relazione con le carenze di programmazione delle scuole di specializzazione. «Confrontando la terza settimana di aprile, tra il 2018 e il 2022 - ha spiegato Doria - per una visita di chirurgia vascolare si è passati da 84 a 28 giorni, una visita oculistica aveva 118 giorni di attesa e oggi 73, una visita ginecologica nel 2018 aveva 36 giorni di attesa e oggi 19, la visita urologica 111 e oggi 101».

«Io i malati li curo, e insegno a curarli, non li uso», ha replicato elencando i provvedimenti presi sia per l'abbattimento delle liste d'attesa sia contro la carenza di medici, soprattutto nelle zone disagiate. Sul dialogo e il rispetto invocato negli interventi dell'opposizione Doria ha chiesto reciprocità: «Ero arrivato da 20 giorni e già da subito mi hanno buttato addosso la responsabilità delle emergenze e delle carenze».

(Unioneonline/D)

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