Calenda: «Il partito unico è definitivamente morto, Renzi parla solo con Obama e Clinton»
Il leader di Azione attacca. Italia Viva: «È lui che ha interrotto il discorso»«Il partito non lo riusciremo a fare, perché Renzi non lo vuole fare».
Carlo Calenda attacca sul divorzio, prima ancora che sia stato celebrato il matrimonio, con Italia Viva.
«Renzi vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti: diventa ridicolo», ha detto il leader di Azione lasciando il Senato, rispondendo alle domande incalzanti di Enrico Lucci di Striscia La Notizia. Aggiungendo: «Non so se oggi ci sarà una nuova riunione, ma lui non viene alle riunioni. Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton».
«In ogni caso il progetto del partito unico è definitivamente morto – ha concluso – Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile».
«Lo stop – si legge in una nota diffusa in serata da Azione – deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c'è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda».
Per Italia Viva invece è tutta colpa di Calenda: «Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda – è la replica - Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione. Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi, come Azione, il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse, Italia Viva ha trasferito fino a oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti».
(Unioneonline/D)