"Nessuno ha votato contro. Anche perché quello che chiamate condono, un condono non è".

Matteo Salvini risponde senza scomporsi ai cronisti che chiedono un commento sulla dichiarazione di Di Maio circa una "manina politica o tecnica" che sarebbe intervenuta a cambiare il testo sulla pace fiscale, introducendo "lo scudo fiscale e la non punibilità per chi evade".

Si smarca così l'alleato di governo leghista, su cui aleggiava l'ombra di aver ampliato le maglie del condono fiscale, e il ministro dell'Interno coglie al balzo l'occasione per bacchettare i 5 Stelle sull'emendamento inserito nel decreto su Genova che sana gli abusi edilizi a Ischia.

Ma le reazioni al passo falso di Di Maio sono trasversali a tutto l'arco parlamentare, con l'ex forzista Fabrizio Cicchitto che punzecchia il "governo del cambiamento", e Bruno Tabacci di +Europa che bolla l'Esecutivo come "governo dello sfascio" e ironizza sul vicepremier pentastellato: "Di Maio non è in grado di capire quel che legge".

"I presidenti Fico e Casellati abbiano uno scatto di orgoglio - segue a ruota il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci - Il Parlamento non può essere spettatore neutro di quanto sta succedendo sulla manovra. Di chi sono le presunte manine che lo avrebbero pesantemente modificato? Sono quelle dello stesso presidente del Consiglio o quelle del vice premier Salvini? Abbiamo il diritto di sapere".

Il vicepremier Di Maio durante la trasmissione "Porta a Porta". (Ansa)
Il vicepremier Di Maio durante la trasmissione "Porta a Porta". (Ansa)
Il vicepremier Di Maio durante la trasmissione "Porta a Porta". (Ansa)

Ancor più duro il commento di Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia, che avverte: "Al Consiglio Europeo di oggi, tutti i Capi di Stato presenti si sono detti concordi con il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel ritenere che la manovra finanziaria presentata dall'Esecutivo italiano sia completamente al di fuori delle regole europee (...) La lettera di chiarimento, primo passo formale verso il respingimento, dovrebbe arrivare a Roma già nelle prossime ore, probabilmente dopo che il commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici avrà parlato con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale chiederà di far di tutto per convincere i vicepremier Di Maio e Salvini ad abbassare le stime sul tasso di crescita del Pil e del deficit inserite nella manovra. Un tentativo destinato a fallire, dal momento che i due vicepremier hanno ormai deciso di non ascoltare più nessuno, adottando la linea dello scontro diretto contro tutte le istituzioni europee".

(Unioneonline/b.m.)

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