Q uando i telefoni cellulari ancora non esistevano, l'invenzione del cercapersone (o, più correttamente, del radio avviso personale) fece scalpore soprattutto fra i medici. Negli anni Cinquanta, a New York, i primari dei grandi ospedali erano disposti a pagare l'equivalente di cento dollari odierni per poter usufruire mensilmente di questo servizio.

A Cagliari divenne alla moda una trentina d'anni più tardi: tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta.

Il sistema - che era già wireless - permetteva la ricezione di pochissimi bit e, di conseguenza, la trasmissione di brevissimi messaggi, spesso inviati in codice. AAA stava per urgentissimo, AA per urgente, A per “chiama appena puoi, stai tranquillo, non è niente di grave”.

Le modalità che la SIP istituì per trasmettere questo genere di messaggi in codice erano piuttosto laboriose e bisognava dedicarci parecchio tempo: ma il Teledrin ebbe il merito di cambiare la vita a molti medici che poterono finalmente godersi intere giornate di meritato riposo, evitando la forzata (e spesso inutile) reclusione imposta dalla reperibilità.

I modelli erano vari e tanti.

Quelli più costosi - che potevano riportare messaggi di ben ottanta caratteri - venivano sfoggiati alle cene fra amici come oggi si usa fare con l'iPhone del momento.

Il servizio, all'avanguardia per l'epoca, divenne disponibile anche per chi viaggiava all'estero e le madri più ansiose lo imposero ai figli in gita scolastica, affinché potessero essere sempre rintracciabili.

La tecnologia del radio avviso personale divenne obsoleta già nel 2005 quando i telefoni cellulari la resero ridondante.

E così - quello che negli anni Cinquanta del secolo scorso sembrò uno strepitoso frutto della modernità- divenne presto un oggetto inutile, che quasi tutti hanno già dimenticato.
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