E ra una gara delicata, quella di ieri. Per diversi motivi, non solo quello strettamente legato al risultato. Cagliari-Udinese era una sfida contro il caldo, ma anche una corsa verso la prima vittoria, o magari – e così è andata – per evitare il contrario, un altro passo falso. E le due squadre hanno capito, con lo scorrere dei minuti e una temperatura impossibile, che un pomeriggio senza lacrime sarebbe anche potuto andar bene. Una gara delicata, dicevamo, perché la Serie A corre, viaggia ai suoi ritmi abituali e tu, caro Cagliari, provinciale di lusso perché sei un club speciale, dopo il trionfo della passata stagione ti devi adeguare in fretta: i rossoblù non sono ultimi ma non decollano, seppure abbiano già dovuto pagare lo scotto della partita con l’Inter, che asfalta tutti, grandi e piccole.

La partita di ieri era da aggredire, da sbranare, ma questa è la testa del tifoso che parla, perché Ranieri – che ricordiamo ha 71 anni e allena da quando la tv era in bianco e nero o quasi – sa perfettamente che oggi questa squadra può dare quello che abbiamo visto. Volontà, cuore, fiammate, ma siamo ancora nella fase sperimentale di un progetto che deve portare 40 punti. Una squadra incompleta perché mancano Lapadula (ancora per poco) e Mancosu (quasi pronto), classe ed esperienza. Perché Prati si sta inserendo ma è ancora inevitabilmente acerbo. E perché Luvumbo è «diamante grezzo», così parlò l’allenatore, quindi aspettiamo che il campo ne smussi gli angoli giusti.

Adesso va bene così, dopo due settimane di sosta (e dieci titolari in giro per il mondo), ieri all’ora di pranzo - a proposito, una follia - l’allenatore rossoblù ha scelto una difesa e un centrocampo inediti, perché glielo ha detto il campo, quello di Assemini, dove tutto accade al riparo da occhi indiscreti. La «prestazione», ha detto il tecnico di Testaccio, a lui è piaciuta la prestazione, perché è innegabile che il Cagliari abbia fatto tutto per prendersi i tre punti, con gli esperimenti in difesa e in mezzo. Dietro, insieme a un sontuoso Dossena, abbiamo capito che il greco e il polacco sono due su cui poter contare. A ritmi diciamo non insostenibili, Hatzidiakos e Wieteska sono due certezze. Prati? Il regista della nazionale italiana Under 21 ha fatto il suo compito, era all’esordio e va benissimo, magari con la dinamicità di Nandez sopporteremo più serenamente un turno di riposo a Makoumbou.

E poi ci sono le manone di Radunovic, tenuto in vita dalla saggezza dell’allenatore dopo le feroci critiche per le gaffes a Bologna. Quella parata a una decina di minuti dalla fine è un gol, enorme, decisivo. La corsa continua.

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