Vent'anni dopo il sexgate alla Casa Bianca che stava per portare all'impeachment di Bill Clinton, parla Monica Lewinsky.

E quello della donna, che oggi ha 44 anni, è un vero e proprio atto d'accusa nei confronti dell'ex presidente: "Abuso di potere", anche se l'atto fu consensuale.

La nascita di #MeToo, il movimento contro le molestie, le ha fatto riconsiderare il rapporto intrattenuto con Clinton.

"Sto cominciando a considerare le implicazioni dell'enorme differenziale di potere che c'è tra un presidente e una stagista alla Casa Bianca, e penso che in simili circostanze il concetto di consenso potrebbe essere discutibile, perché lo squilibrio di potere e la possibilità di abusarne esiste anche se il sesso è consensuale", ha scritto la stagista più famosa del mondo in un editoriale su Vanity Fair.

"Non penso che mi sarei sentita così isolata se fosse accaduto oggi, uno degli aspetti che più mi piacciono di questo movimento di rinnovata energia è l'incredibile numero di donne che ha parlato a difesa delle altre", ha aggiunto la Lewinsky.

Poi ha "ringraziato" Harvey Weinstein per aver fatto esplodere lo scandalo.

È stato un messaggio ricevuto da una delle promotrici del movimento #MeToo a farle cambiare idea: "Mi dispiace che tu sia stata così sola", le ha scritto.

E, ha osservato l'ex stagista, "se Internet è stata la mia bestia nera nel 1998, i social media hanno salvato milioni di donne".

La posizione di Monica Lewinsky, che ha sofferto di stress post traumatico dopo lo scandalo, è decisamente cambiata rispetto a quella espressa - sempre su Vanity Fair - quattro anni fa, quando parlò di relazione consensuale senza accusare in alcun modo Bill Clinton.

(Unioneonline/L)
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