Decine di migliaia di persone in piazza in diverse città degli Stati Uniti per chiedere giustizia per George Floyd, il 46enne afroamericano morto durante un fermo di polizia a Minneapolis.

Una grande marcia collettiva, al grido di "Black Lives Matter" e "I can't breathe", per sollecitare le istituzioni a riformare la polizia, che più di una volta ha dato prova di comportamenti brutali, soprattutto nei confronti delle minoranze.

Nel corso dei cortei, tra cori e slogan, anche quello che ormai è diventato un rito: inginocchiarsi per 8 minuti e 46 secondi, il tempo durante il quale l'agente Derek Chavin, incriminato assieme ai colleghi, è rimasto inginocchiato sul collo di Floyd, causandone la morte.

Le manifestazioni più imponenti a New York e a Washington. Qui le forze dell'ordine hanno blindato la zona attorno alla Casa Bianca, per evitare disordini.

George Floyd, migliaia di americani in piazza per chiedere giustizia
George Floyd, migliaia di americani in piazza per chiedere giustizia
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(Le foto sono dell'Ansa)
(Le foto sono dell'Ansa)
(Le foto sono dell'Ansa)

Dal canto proprio, il presidente Usa Donald Trump continua a sottovalutare e a sminuire le proteste, gettando di fatto benzina sul fuoco della contestazione.

"Molta meno folla a Washington di quanto previsto", ha twittato in queste ore, senza spendere parole sui motivi e le ragioni della protesta. Il presidente ha anche voluto ringraziare la Guardia nazionale, il Secret Service e la polizia del District of Columbia per il loro "fantastico lavoro" di presidio.

Da quanto trapela, lo stesso Trump voleva il dispiegamento di 10mila soldati per le strade di Washington e di altre città americane per spegnere le proteste. Il presidente Usa avrebbe avanzato la richiesta nel corso di un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma la proposta sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper, e dal capo di Stato maggiore delle Forze armate americane, Mark Milley.

(Unioneonline/l.f.)
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