Un ragazzo italiano è stato attaccato da uno squalo in Australia, dove vive per motivi di studio e di lavoro. 

«Non ho più una gamba ma sono vivo, mio nonno mi ha protetto», racconta Matteo Mariotti, 20 anni, da un ospedale di Brisbane, nel Queensland.

«Venerdì erano le 16.30 e avevo appena saputo che mio nonno Giovanni era morto. Avevo bisogno di rilassarmi e ho pensato di fare un bagno non lontano dalla riva, anche perché c'erano delle altre persone in acqua. Ho messo la maschera col boccaglio ma non sarei andato di certo lontano; ho preso anche una piccola telecamera per riprendere i piccoli pesci, così come faccio sempre, ma dopo qualche passo nell'acqua, ho sentito una terribile fitta a un piede».

La fitta in un attimo è arrivata a tutta la gamba, «lo squalo ha cominciato a trascinarmi al largo, finché a un certo punto sono riuscito con le mani a prendergli la testa, ho allargato con fatica quella grande bocca e liberato la mia gamba, anche se capivo che dal ginocchio in giù non c’era più niente».

Poi Matteo ha cominciato a nuotare verso riva: «Urlavo nel timore che lo squalo mi raggiungesse, urlavo per chiedere aiuto al mio amico Tommaso (infermiere e istruttore subacqueo) che era in spiaggia. Mi ha salvato lui, mi ha recuperato, ha chiamato i soccorsi, mi ha stretto la gamba ferita per fermare l’emorragia finché non è arrivato l’elicottero. Correndo, mi ha portato in spalla fino alla barella».

All’ospedale di Brisbane è stato operato alla gamba, per martedì è programmato un altro intervento. Ma grazie a Tommaso Matteo, pur avendo perso in parte l’uso della gamba sinistra, è vivo.

(Unioneonline/L)

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