Vaga in un corridoio d'hotel, a tarda notte, poi si siede a terra guardando il telefono. Sono queste le ultime immagini di Julia Ituma, la pallavolista 18enne trovata senza vita all'alba all'esterno di un hotel di Istanbul dopo una caduta dal sesto piano.

Il telefono che le si vede in mano, usato anche più tardi in camera, contiene, forse, una delle chiavi per spiegare la morte drammatica di un'atleta dal grande futuro che poche ore prima aveva giocato con la sua squadra, l'Igor Novara, nei quarti di finale di Champions League contro l'Eczacibasi Istanbul. Nel filmato si vede Ituma lasciare la stanza alle 22.30 per parlare al telefono, non si sa ancora con chi. In camera torna alle 23.50 dopo essersi accasciata in corridoio. «È una questione intima sua, deve aver avuto telefonate importanti. Devono averle procurato questo disagio», ha detto Donato Saltini, agente dell’atleta.

Una tragedia per la famiglia, uno choc per le compagne di squadra e per il mondo della pallavolo e dello sport italiano, travolti in mattinata dalla drammatica notizia.

La polizia di Istanbul, che ha cominciato subito le indagini, ha posto sotto sequestro il telefonino e ha anche disposto i necessari esami autoptici su Julia. Ha acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’albergo e nella zona dell'hotel. Una di questa, puntata sulla facciata, ha confermato che la ragazza è caduta dall'alto, travolgendo le tende esterne.

Si cercano risposte e si ripropongono domande sulle fragilità dell'età, certo, ma anche delle atlete. «Solo chi ti conosceva davvero sa quanto fossi fragile», il post di Stella Nervini, ex compagna delle nazionali giovanili.

Julia, nata da genitori nigeriani a Milano, dove ancora studiava in un liceo, era alla prima stagione a Novara dopo essere uscita dal Club Italia, con cui aveva conquistato tanti successi, tra i quali l'oro mondiale under 20 nel 2021, e nel 2022 quello europeo con l'Under 19 e ancora l'oro alle Olimpiadi giovanili.

«Aveva i numeri per fare un percorso di eccellenza. Vedevo in lei le stesse qualità che avevo visto in Paola Egonu. Morire a 18 anni è una cosa contro natura», dice il dt del Club Italia, Marco Mencarelli. Le compagne di squadra intanto sono ripartite per l'Italia nel pomeriggio di ieri, dopo aver parlato con gli inquirenti. Tra loro la compagna di stanza, Lucia Varela, che secondo i media turchi avrebbe raccontato alla polizia di Istanbul di non essersi accorta di nulla, perché si era addormentata dopo aver parlato con Julia in camera. Nella città sul Bosforo sono rimasti il direttore sportivo, Enrico Marchioni, e un medico della società, che hanno ricevuto la madre e la zia della 18enne insieme con il personale del consolato generale italiano a Istanbul e dell'ambasciata ad Ankara.

Oggi le familiari saranno accompagnate all'Istituto di medicina legale dove la salma di Ituma si trova per determinare la causa esatta della morte, come previsto dagli inquirenti che seguono il caso. Quindi si valuterà come procedere per arrivare al rimpatrio.

La Igor Volley ha deciso di mantenere, insieme con tutti i tesserati «affranti dalla perdita, un rispettoso silenzio sulla vicenda». E un minuto di silenzio ci sarà su tutti i campi di pallavolo nella gare che si disputeranno fino a domenica per volere della Federvolley.

«Siamo sgomenti - afferma il presidente Fipav, Giuseppe Manfredi -. Piangiamo la scomparsa non solo di un grande talento ma soprattutto di una meravigliosa ragazza che abbiamo visto crescere». Alla famiglia e alla squadra anche le condoglianze dei vertici dello sport italiano, dal ministro, Andrea Abodi, che si dice «addolorato e incredulo», al presidente del Coni, Giovanni Malagò, che sui social afferma: «Il dolore non cancella la passione e il sorriso con cui avevi conquistato il mondo della pallavolo. Ciao, Julia». 

(Unioneonline/D)

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