Israele reagirà all’attacco iraniano. La conferma arriva dal generale Herzi Halevi, anche se non è chiaro al momento in quale forma.

Il governo di Benjamin Netanyahu sembra quindi aver fatto la sua scelta a 48 ore dalla pioggia di droni e missili arrivati da Teheran, mentre l’Iran – con le sue difese aeree in massima allerta – ha anticipato che l'eventuale azione armata di Israele stavolta «avrà una risposta molto dura».

Fortissima l’opposizione Ue verso l’eventuale operazione. Negli Stati Uniti Joe Biden, che aveva frenato la reazione israeliana nelle prime ore, ha ribadito chiaramente che «occorre evitare un'escalation in Medio Oriente».

«Non c'è altra scelta se non quella di rispondere all'attacco di Teheran», ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell'Idf, Herzi Halevi, ha confermato che «la risposta ci sarà». «Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta», ha avvertito. Se la reazione armata appare a questo punto scontata, cruciale sarà capire come reagirà Teheran.

Il gabinetto di guerra sta studiando «diverse opzioni». Ognuna delle quali, è stato spiegato, rappresenta «una risposta dolorosa» per gli iraniani, senza tuttavia rischiare di scatenare «una guerra regionale».

Nel ristretto gruppo di ministri - da Netanyahu a Gallant a Benny Gantz - che deve prendere la decisione, l'obiettivo è quello di scegliere un'opzione che «non sia bloccata dagli Usa» e che rientri in una strada praticabile.

(Unioneonline/s.s.)

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