"Passeggiavamo sulla Rambla e Bruno teneva per mano Alessandro, mentre io spingevo il passeggino con dentro Aria. A un certo punto, le urla. Mi sono voltata e ho visto il furgone che puntava su di noi: è stato un attimo, ci siamo messi a correre, Bruno ha spinto Alessandro berso di me e io l'ho afferrato. Il furgone ha sfiorato me e Alessandro e ha preso Bruno in pieno. Io l'ho visto a terra, mi sono chinata su di lui e ho gridato chiedendo aiuto. Era vivo, gli ho detto 'Amore ti prego non mi lasciare': credo mi abbia sentito, ho visto un guizzo nei suoi occhi. Poi sono arrivati i poliziotti, mi hanno portato via di forza, i terroristi erano ancora lì, intanto i medici provavano a rianimare Bruno".

Comincia così il racconto di Martina Sacchi, 27 anni, compagna di Bruno Gulotta, il 35enne di Legnano (Milano) vittima dell'attentato di Barcellona.

La donna ha deciso di raccontare quei tragici momenti ad amici e colleghi dell'uomo, e il suo racconto è stato pubblicato sul sito della Tom's Hardware, azienda in cui Bruno lavorava da sei anni.

Martina e i bambini vengono poi scortati in un albergo e chiusi a chiave dall'interno, mentre i medici cercano di salvare la vita a Bruno: "Dalla vetrata dell'hotel continuavo a vedere quel che accadeva: sembrava un film horror, piangevo e gridavo, Alessandro era scioccato".

Quindi Martina riesce ad uscire dall'albergo per tornare accanto a Bruno: "L'ho raggiunto proprio mentre i medici dicevano 'Es muerto', dopo qualche minuto è arrivato mio cognato".

"Vivrò per ricordare ad Alessandro e Aria che uomo meraviglioso era loro padre: è morto da eroe, un eroe silenzioso e discreto, com'era nel suo carattere", conclude Martina, che dedica anche un pensiero affettuoso alla fidanzata e i familiari di Luca Russo, il giovane di Bassano del Grappa ucciso, come Bruno, a Barcellona.

(Redazione Online/L)

IL RACCONTO:

LA MANIFESTAZIONE A BARCELLONA:

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