Una vasta operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, è in corso dalle prime luci dell’alba nel capoluogo lombardo.

Arrestati un cittadino egiziano e un naturalizzato italiano di origini egiziane. I due sono accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.

L’operazione è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.

Secondo le accuse, le condotte di propaganda, proselitismo on line e finanziamento dei due arrestati erano «strettamente connesse alla loro partecipazione all'organizzazione terroristica internazionale denominata Isis».

LE INDAGINI – I due arrestati, residenti in due città diverse dell'hinterland milanese, tra i 40 e 50 anni e con lavori nel settore delle pulizie (uno dipendente di un'impresa, l'altro titolare ma con società ora chiusa), erano in contatto tra loro. Uno, anzi, avrebbe indottrinato l'altro. A carico del secondo, in particolare, è stato rintracciato online il suo giuramento scritto e rinnovato di fedeltà e sottomissione all'Isis.

Entrambi, stando alle indagini partite nel 2021 da analisi della Polizia postale di Perugia e dell'Osint (Open source intelligence), avrebbero inviato i loro messaggi, soprattutto commenti anche a video di massacri e attentati dell'Isis, su gruppi Telegram, WhatsApp e Facebook per fare proselitismo e propaganda, dichiarandosi "terroristi" dell'Isis.

L'inchiesta, dunque, in cui già erano state svolte perquisizioni, si è concentrata soprattutto sull'analisi di questi messaggi contro l'Occidente, tra cui anche le minacce ad "organi istituzionali", alla premier Meloni, e a favore dello Stato islamico e sul supporto attraverso finanziamenti inviati dai due per sostenere l'estremismo islamico.

In particolare, i due avrebbero inviato soldi a donne rimaste vedove perché i loro mariti erano morti in contesti di guerra. È stato accertato che avrebbero mandato denaro anche ad un uomo che, secondo indagini statunitensi, farebbe parte dell'Isis.

Non sono invece emersi progetti specifici di preparazione di attentati.

Ai due, con gli arresti di oggi, sono stati sequestrati i telefoni e i dispositivi informatici e gli investigatori ora potranno analizzare anche se la loro attività di proselitismo sia aumentata o meno negli ultimi giorni con la guerra israelo-palestinese in corso.

(Unioneonline/v.l.)

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