Non lasciano margine a dubbi i rilievi peritali disposti dalla Procura di Trento sul corpo di Andrea Papi: il runner di 26 anni è stato ucciso da un orso, era ancora vivo al momento dell'aggressione nei boschi del monte Peller, sopra Caldes. Si tratta dunque della prima uccisione di una persona da parte di un plantigrado avvenuta sull'arco alpino da oltre un secolo a questa parte.

L'ipotesi avanzata dagli investigatori è stata confermata dai tre periti - un medico legale, un veterinario ed un'esperta di dna animale - che hanno eseguito gli esami autoptici.

Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato un'ordinanza per l'abbattimento dell'esemplare responsabile dell'aggressione, mentre ha annunciato che chiederà a Ispra di procedere alla soppressione di tre orsi ritenuti problematici (Mj5, Jj4 e M62). 

«Per troppo tempo ci si è preoccupati del benessere degli orsi, dimenticando la convivenza delle comunità con i grandi carnivori. Ora chiediamo alle autorità competenti che il percorso sia invertito: il progetto 'Life Ursus' con questi numeri non può durare», ha detto in conferenza stampa il governatore trentino.

Il personale forestale è stato inoltre incaricato di presidiare l'area dell'incidente, informando chi si avventura lungo i percorsi forestali e i sentieri del monte Peller, e di procedere alla ricerca dell'orso che ha ucciso Papi.

Il ragazzo, appassionato di corsa in montagna, è uscito di casa, a Caldes, alle ore 16 di mercoledì 5 aprile, dirigendosi verso il monte Peller, popolato da una ventina di orsi. Intorno alle 17 è arrivato a malga Grum, a 1.525 metri di altitudine, dove ha girato un breve filmato per poi pubblicarlo sul profilo Instagram. Nella discesa, forse intorno alle 18, è avvenuta l'aggressione. Il giovane è stato probabilmente scagliato nella scarpata a margine della strada. Le tracce di sangue partono dalle sterpaglie sotto il ciglio del tracciato forestale, prima di un tornante che il giovane potrebbe aver tagliato nel tentativo di sfuggire all'orso. Poco più sotto è stato rinvenuto anche un bastone con la punta insanguinata, con cui il 26enne avrebbe provato a difendersi. Il corpo, tuttavia, è stato trovato ancora più in basso, nel bosco, martoriato da graffi e ferite.

Alle 20.30 i famigliari hanno lanciato l'allarme per il mancato rientro a casa e poco più tardi una sessantina di vigili del fuoco volontari e del corpo permanente, più altri 50 operatori del Soccorso alpino con i cani molecolari si sono messi sulle tracce di Papi, ritrovato poco prima delle 3 di notte.

(Unioneonline/L)

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