Ben 3444 le denunce per forme di aggressione online nei confronti di minorenni. Tra le più gravi, per bambini e ragazzi, figura lo sfruttamento sessuale. Il fenomeno è in espansione, con i pedofili che si servono delle opportunità offerte da computer e altri supporti tecnologici, per individuare le giovani vittime.

Anche le nuove piattaforme e le app di gioco online sono diventate un luogo virtuale non privo di rischi per i minori: dietro richieste innocenti, spiega la polizia, si nascondono spesso richieste sessuali e scambio di materiale pedopornografico. Lo scorso anno il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia online - Cncpo, ha trattato complessivamente 2702 casi. Denunciate 1131 persone, 108 sono gli arresti per reati di abuso tecnomediato nei confronti di minori.

Gli agenti della postale attraverso il monitoraggio della rete hanno visionato 28.355 siti. Di questi 2739 sono stati inseriti in black-list e oscurati, perché diffondevano contenuti pedopornografici. Sempre nel 2023 sono stati trattati 353 casi di adescamento online.

La fascia di età fino ai 13 anni quella più colpita con 239 casi rispetto al totale delle vittime. In crescita il numero di casi che coinvolgono bambini sotto i 10 anni, una casistica quasi assente prima della pandemia. Fenomeno in crescita e preoccupante è la sextortion, che riguarda soprattutto maschi, di età compresa tra i 15 e i 17 anni. La Polizia Postale ha identificato decine di vittime, agganciate sui social network e ricattate dopo essere state convinte a inviare foto di nudo. 137 i casi trattati nell’anno appena trascorso. 291 sono stati invece i casi di cyberbullismo.

Nell’attività della polizia postale figura non solo la repressione ma anche la prevenzione. Lo scorso anno sono stati 675mila gli studenti raggiunti in presenza e in streaming nell’ambito delle campagne lanciate sul territorio nazionale. 23mila gli insegnanti incontrati nelle piazze italiane, 18mila i genitori.

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