Il caso della Moby Prince, la tragedia avvenuta a Livorno il 10 aprile 1991 e in cui morirono 140 persone tra cui 26 sardi, non è chiuso.

Lo dicono i risultati della Commissione parlamentare d'inchiesta, esposti oggi al Municipio di Cagliari alla presenza del sindaco Massimo Zedda, di Guido Portoghese, presidente del Consiglio comunale, e di Silvio Lai, presidente della Commissione: "Dalle testimonianze e dalle prove raccolte – spiega il senatore sfogliando la Relazione approvata all’unanimità il 22 dicembre dalla Commissione – quella notte non c'era nebbia".

Inoltre, diversamente da quanto emerso dalle carte processuali, Lai ha concluso: "La petroliera si trovava in una zona interdetta alla navigazione e all’ancoraggio e con un orientamento opposto, il che cambia completamente la ricostruzione dell’incidente fatta in precedenza".

Sono giorni molto delicati per la vicenda, se si considera che il 10 aprile si svolgeranno le cerimonie commemorative per ricordare quel drammatico episodio in cui, a causa della collisione tra il traghetto passeggeri diretto a Olbia e la petroliera Agip Abruzzo, morirono centinaia di persone.

"Un anniversario, quello di quest'anno - afferma parallelamente il sindaco di Livorno Filippo Nogarin - in cui la verità è più vicina: la Commissione d'inchiesta del Senato infatti, con una relazione di 492 pagine approvata nel dicembre scorso, ha esaminato la strage mettendo in luce nuove realtà".

(Unioneonline/M)

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