Dopo la camera ardente allestita ieri al Policlinico di Tor Vergata a Roma per Emanuele Morganti, il ragazzo di Alatri (Frosinone) massacrato dal branco e morto dopo poche ore in ospedale, oggi è il giorno dei funerali che si svolgeranno nel pomeriggio, a partire dalle 15, nella chiesa di Tecchiena, la frazione di Alatri, dove viveva.

AGGRESSORI IN CARCERE - Sul fronte delle indagini, intanto, è stato confermato il fermo di Marco Castagnacci e Paolo Palmisani, i fratellastri coinvolti nella morte di Emanuele. La misura è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari Anna Maria Gavoni dopo l'interrogatorio a Regina Coeli dei due, che hanno rispettivamente 27 e 20 anni. Su di loro pende l'accusa di omicidio volontario aggravato da futili motivi.

"Io con il pestaggio non c'entro niente", ha detto ieri Castagnacci, che però ha ammesso la sua presenza in piazza la sera dell'omicidio, ma sostiene di non aver picchiato la vittima.

L'INTERROGATORIO - Per quasi cinque ore, Castagnacci ha parlato con il procuratore di Frosinone, Giuseppe De Falco, negando di aver aggredito il ventenne morto domenica scorsa.

Gli inquirenti però non ritengono credibile la sua ricostruzione e, anzi, considerano schiaccianti le testimonianze a carico suo e di Palmisani.

E ieri, davanti alla gip Anna Maria Gavoni, i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e per entrambi è stato convalidato il fermo ed è stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare.

Oltre ai due fratellastri, cinque persone restano indagate nell'ambito dell\'inchiesta: per la maggior parte si tratta di addetti alla sicurezza del locale Mirò di Alatri, sequestrato dopo la tragedia, dove Emanuele si era recato con la fidanzata e gli amici la notte in cui venne picchiato a morte.

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