Una sorgente di magma in profondità sotto l'Appennino meridionale, nell'area del Sannio-Maltese, che può generare terremoti di "magnitudo significativa" e più profondi rispetto a quelli che si sono finora registrati nella zona.

È la scoperta emersa da uno studio condotto da un team di ricercatori Ingv e del Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università di Perugia, pubblicato su Science Advances.

"Studiando una sequenza sismica anomala, avvenuta nel 2013-2014 nell'area del Sannio-Maltese, con magnitudo massima 5, abbiamo scoperto che questi terremoti sono stati innescati da una risalita di magma nella crosta", spiega Francesca Di Luccio, coordinatrice dei ricercatori.

E questo "apre nuove strade all'identificazione delle zone di risalita di magma nelle catene montuose e mette in evidenza come tali intrusioni possano generare terremoti di magnitudo significativa".

Si apre inoltre la possibilità della formazione di un nuovo vulcano: è da escludere che possa accadere in pochi anni, ma si potrebbe formare "alla scala dei tempi geologici", ovvero in migliaia di anni.

"I risultati fin qui raggiunti - aggiunge Di Luccio - aprono nuove strade non solo sui meccanismi dell`evoluzione della crosta terrestre, ma anche sulla interpretazione e significato della sismicità nelle catene montuose ai fini della valutazione del rischio sismico correlato".

(Unioneonline/L)
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