È arrivato in commissione Affari Costituzionali il testo base della legge elettorale che dovrebbe essere discussa nei prossimi giorni a Montecitorio e a Palazzo Madama.

Lo ha depositato il Pd: si tratta di un "Italicum bis", ossia l'estensione al Senato della legge elettorale della Camera modificata dalla sentenza della Corte Costituzionale.

Viene dunque esteso al Senato il premio di maggioranza alla lista (e non alla coalizione) che supera il 40%, la soglia di sbarramento per entrambe le Camere è al 3%.

Con questa legge si aprirebbe la possibilità di avere due maggioranze diverse a Montecitorio e a Palazzo Madama: non viene specificato infatti che la lista per ottenere il premio di maggioranza debba raggiungere il 40% in entrambi i rami del Parlamento.

La nuova proposta cerca di raccogliere i favori del Movimento 5 Stelle, dopo che un Matterellum con correttivi proporzionali nel pomeriggio è stato bocciato da tutte le forze politiche.

L'idea iniziale prevedeva il 50% di maggioritario con collegi uninominali e il 50 di proporzionale con preferenze, con soglia di sbarramento fissata al 5%.

Il tentativo di mediazione del Pd aveva ricevuto un coro di no dalle altre forze politiche.

FORZA ITALIA - Silvio Berlusconi, diventato improvvisamente proporzionalista, in un comunicato aveva annunciato il no di Forza Italia: "Occorre una legge che consenta un'effettiva corrispondenza tra il voto degli italiani e la rappresentanza in Parlamento, evitando correttivi maggioritari. Chiediamo inoltre di evitare il ricorso al voto di preferenza".

M5S - "Il Pd esce allo scoperto e propone la legge elettorale di Verdini. Avete capito bene: il Pd propone il Verdinellum o Pregiudicatellum!", aveva scritto su Twitter il deputato pentastellato Danilo Toninelli, riferendosi a una proposta analoga presentata mesi fa da Denis Verdini.

SINISTRA ITALIANA - Un parere negativo era arrivato anche da SI. "Il Pd propone un modello confuso e fondato sul maggioritario, una proposta fasulla buona solo a buttare fumo negli occhi", aveva detto il capogruppo alla Camera del partito Giulio Marcon. "Noi siamo per una legge proporzionale, senza premio di maggioranza".

MATTEO RENZI - Il segretario del Pd, dal canto suo, ha attaccato con un post su Facebook gli altri partiti. "Perdono tempo, la legge elettorale la vogliono solo a parole", ha scritto l'ex premier.
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